Non solo musica, c’è molto di più in questa particolare edizione di Sanremo dove è mancato il pubblico, ma si è dato grande risalto all’ aspetto umano e simbolico vista la situazione che stiamo vivendo.
E nella quarta serata di Sanremo, nella platea dell’Ariston deserta, la cantante Alessandra Amoroso e l’attrice Matilde Gioli hanno portato in scena la tragica situazione di tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo, duramente colpiti dalla crisi che stiamo attraversando. Bellissime e commosse hanno dato voce alla disperazione di tanti uomini e donne, che vivono nella paura di non riuscire a farcela, di perdere tutto quello che hanno, che vivono sospesi in attesa di qualcosa, cioè il lavoro, che non arriva. Infine le due artiste sono salite sul palco, e Alessandra Amoroso ha concluso dicendo, rivolta ad una rappresentanza di lavoratori presenti:” Questo applauso è per voi”, e sullo sfondo scorrevano immagini di personaggi famosi dello spettacolo, che applaudivano visibilmente commossi.
Altra performance degna di nota è stata quella del gruppo Lo Stato Sociale. Il palinsesto ha giocato a loro sfavore a causa del tardo orario in cui si sono esibiti, ma non è passata inosservata la toccante esibizione del gruppo musicale. Infatti al festival di Sanremo 2021, durante la serata dedicata alle cover, nella quale i cantanti hanno eseguito brani famosi di altri artisti, la rockband bolognese ha interpretato il profondo pezzo “Non è per sempre” degli Afterhours.
Dopo aver eseguito il brano i cantanti, coadiuvati dagli attori Francesco Pannofino ed Emanuela Fanelli hanno, con le loro voci, elencato alcuni nomi di locali, cinema e teatri chiusi in tutta Italia. Un lungo, ma ovviamente non completo elenco, volto a mandare un messaggio rivolto a tutte le persone che lavorano nel mondo della musica e dello spettacolo, e che si ritrovano da mesi senza poter esercitare la loro attività.
Un momento commovente, intenso e sincero, fatto da un gruppo di artisti per altri artisti, che come loro si trovano nella stessa situazione di stallo. Il segnale però è stato forte e chiaro, infatti Lo Stato Sociale e gli attori sul palco, a Sanremo, hanno voluto concludere con un messaggio di speranza per tutti: “26 cantanti, solo tra loro oltre 50mila concerti, oltre 1000 live club, oltre 10mila persone che non lavorano più da un anno, ma non sarà per sempre. Credeteci, i nostri fiori non sono ancora rovinati”.
Al momento, però, la situazione è drammatica, e secondo i dati dalla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) il 2020 è stato un anno buio per tutti i lavoratori dello spettacolo, gli eventi sono diminuiti del 69,29%, nello specifico l’attività cinematografica ha registrato un calo del 70,86%, quella teatrale ha perso il 70,71% e infine il mondo della musica, da sempre legato alle esibizioni live, ha visto una perdita dell’83% degli ingressi.
Nel mese di maggio 2020, rispettando le dovute indicazioni, è stato possibile lo svolgimento di spettacoli ed eventi ma, con l’arrivo dell’inverno, ad ottobre, l’aumento dei casi di Covid19 ha determinato la chiusura totale per cinema, teatri, club e luoghi culturali.
Tutto ciò ha portato a proteste per le restrizioni, e numerose sono state le manifestazioni di sostegno in favore di un settore che per ora si trova a terra e senza forza per rialzarsi; ultima in ordine cronologico è stata appunto la performance dello Stato Sociale, in un Sanremo che è stato un po’ l’emblema di questa crisi.
Lo storico teatro Ariston vuoto, niente pubblico a cantare in sottofondo le canzoni, e sketch comici senza nessuna risata, un clima surreale dove, da un lato si cerca di vivere il tutto in maniera normale, dall’altro si sa che di normale non c’è proprio nulla.
È proprio vero che non può esistere l’idea di un concerto senza pubblico, la musica è un qualcosa che si vive, necessita di unione e condivisione, infatti un live è l’insieme di migliaia di persone che si muovono e sincronizzano i loro battiti cardiaci con i bpm del sound del loro artista preferito, ballando all’unisono e facendosi trasportare in un’altra dimensione, dove non esistono problemi e si vive liberamente la musica e le mille emozioni che suscita.
Il cielo è scuro, i tempi per ora sono bui ed è presto per fare previsioni o dare false speranze, ma una cosa però è certa: torneremo a divertirci, a vivere, come prima della pandemia.
Torneremo a ballare in riva al mare, a perdere la voce al concerto del nostro cantante preferito, a bere qualche drink di troppo, e a farci a portare in spalla dal nostro migliore amico, dopo una serata in un club.
Cinema e teatri riapriranno e magari torneremo a riempire le platee, a ridere di qualche comico o a vedere un film romantico in un cinema all’aperto durante una notte di mezza estate.
Noi, come Lodo e Lo Stato Sociale durante Sanremo ne siamo certi, questa crisi “Non è per sempre”, il sole tornerà a splendere, e noi torneremo a vivere.
Marco Vasta
Fonte foto: Rai 1 HD
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