«Gioca senza esagerare! Il gioco è vietato ai minori e può causare dipendenza patologica» è senza dubbio tra gli slogan più utilizzati all’interno delle pubblicità che sponsorizzano scommesse online, dalle quali siamo ogni giorno bombardati, specialmente in prossimità di grandi eventi sportivi. Il business dei giochi online nel 2012 ammontava, secondo un’infografica realizzata dal sito betclic.it (tra i più importanti operatori del settore in Italia), a 749 milioni di euro: di questi, 170 erano relativi alle scommesse online.
I giochi online non sono però gli unici, nella grande famiglia del gioco d’azzardo, a godere di tanta popolarità nel nostro Paese: secondo un’inchiesta condotta da Federico Fubini e Andrea Greco e pubblicata all’interno del quotidiano La Repubblica mercoledì 4 marzo, infatti, nel bel Paese è presente una macchina mangiasoldi ogni 143 abitanti. Questo costituisce uno degli ormai numerosi primati negativi italiani e la differenza con il resto del mondo è preoccupante: in Germania il rapporto è di una slot machine ogni 261 abitanti, negli Stati Uniti una ogni 372, nei Paesi Bassi una ogni 486. Il territorio italiano ospita 414.158 apparecchi dichiarati, i quali corrispondono alla metà del numero di impianti presenti all’interno degli Stati Uniti (è ignoto, per ovvi motivi, il quantitativo di apparecchi irregolari).
Tutto ciò si traduce, per le casse dello Stato, in un guadagno di 4,3 miliardi di euro nel 2013, confermatosi nel 2014, secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato: queste entrate hanno contribuito a far attestare il rapporto tra deficit e PIL al 3,033%, evitando al governo nuovi tagli a beni e servizi. D’altro canto, la situazione economica delle 13 concessionarie di Stato è allarmante: sarebbero 5,4 i miliardi di euro di debiti cumulati nel 2013 e lo Stato, a giudicare dalla volontà da parte degli azionisti di vendere, non sembra essere il migliore socio in affari.
Il governo ha recentemente obbligato le concessionarie a versare una tassa di 1.200 € per apparecchio e dovrà decidere il prossimo 20 Marzo, all’interno del decreto di attuazione della legge delega fiscale se modificare la tassazione e ridurre il numero di slot machine. La speranza è che si pensi soprattutto ai 7.000 malati di ludopatia, cioè di dipendenza dal gioco d’azzardo: secondo un’analisi condotta dalla Regione Lazio, i costi sanitari diretti per questa patologia sono di circa 85 milioni di euro, mentre quelli indiretti ammontano a circa 5 miliardi di euro, in quanto chi ne è affetto è soggetto alla perdita delle capacità lavorative e di conseguenza, molto spesso, alla perdita del proprio impiego. Non si tratta, dunque, esclusivamente di una questione economica, ma anche e soprattutto di un importante problema sociale.
Claudio Pennisi
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