Nel non troppo lontano 19 novembre 2015, tre ladri trafugarono dal Museo di Castelvecchio (Verona) 17 dipinti di elevato valore e fattura più che pregiata. Le opere in questione, tra cui un Mantegna, un Rubens e dei Tintoretto, sono state ritrovate nell’est Europa, precisamente in Ucraina (secondo quanto riporta La Repubblica). Ad annunciarlo è stato il comandante della Polizia di Frontiera ucraina, Viktor Nazarenko. Le tele sono state rinvenute il 6 maggio 2016 nella regione di Odessa, in attesa di essere poi spostati in Moldova. Secondo riferito, invece, dall’agenzia TASS sarebbero giunte in Ucraina tramite i “trasporti postali internazionali”, per poi essere trovati nell’isola di Turunciuk, sul fiume Dnestr, nascosti in mezzo a dei cespugli e conservati, se così si può dire, in dei comuni sacchi di plastica. Il trasporto a Odessa, peraltro, aveva un fine ben preciso: togliere i dipinti dalla Moldova, ove si stavano tenendo le ricerche per la loro scomparsa. I quadri, il cui valore orbita intorno ai 20 milioni di euro sarebbero poi dovuti essere rivenduti in Ucraina stessa e in Russia.
Tra le opere rubate e poi ritrovate vi sono la Madonna della Quaglia del Pisanello, la Sacra famiglia con una Santa di Andrea Mantegna e cinque quadri del Tintorett (Madonna allattante, Trasporto dell’arca dell’alleanza, Banchetto di Baltassar, Sansone, Giudizio di Salomone). Tra questi pure un Rubens (Dama delle licnidi).
Il Presidente ucraino Petro Poroshenko, tramite un comunicato sul suo sito, si è congratulato con la Polizia di Confine e con la Procura Militare e ha definito quanto fatto «un’operazione brillante che ricorda al mondo l’impegno efficiente dell’Ucraina contro i traffici e la corruzione». Non ha aggiunto ulteriori dettagli sull’operazione, ma ha spiegato come abbia incaricato Kostanyn Yeliseiev, vicecapo del suo staff, di mettersi in contatto con l’Italia e invitare esperti in materia artistica, ai fini di ottenere l’autenticazioni delle opere e avviare dunque le procedure di restituzione. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, invece, si è così espresso in merito: «Tiriamo un grande sospiro di sollievo e siamo felici, perché è un pezzo importantissimo di Verona che torna ai cittadini veronesi e a tutto il mondo». Il Primo Cittadino scaligero ha anche posto un ringraziamento «in particolare all’Arma dei carabinieri che con un grande lavoro e con la collaborazione internazionale ha conseguito un risultato straordinario». «Si chiude la vicenda del furto di Verona. Prima arrestati dai CC Tutela Patrimonio i colpevoli e ora recuperati i capolavori in Ucraina», il tweet del Ministro ai Beni Culturali Franceschini.
Francesco Raguni
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