Approvato il DDL Cirinnà sulle unioni civili: il testo è ormai legge e finalmente l’Italia si allinea al resto dei paesi dell’Unione Europea che da tempo hanno una legge sulle coppie di fatto. A tal proposito, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha voluto fiducia perché significa che «su questa cosa mi gioco la faccia del governo, se non funziona vado a casa», ha così tuonato dal salotto di Porta a Porta.
Intanto, cominciano ad emergere i primi malumori e Michela Marzano, deputata PD alla Camera, rassegna le proprie dimissioni dal gruppo: «Le ragioni che mi portano alle dimissioni non sono politiche, ma morali». In realtà, già un anno fa la Marzano aveva preannunciato le sue intenzioni in tal senso in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica spiegando, allora come oggi, che qualora non si fosse raggiunto un accordo sulla cosiddetta stepchild adoption, ovvero la possibilità di adozione del figlio del partner di coppie omosessuali, lei avrebbe lasciato il gruppo e così è stato.
Da parte della Chiesa, invece, non è scontro: «Lo Stato fa la sua parte e si impegna in scelte che sono proprie, ma non dimentichi la famiglia», così si è espresso il cardinale Gianfranco Ravasi. A questo punto non resta che attendere, se sarà possibile, il referendum abrogativo minacciato dai partiti di destra sulla parte del DDL che disciplina le unioni civili prima che il Presidente della Repubblica deciderà di promulgare la legge.
Ester Sbona
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