Giuseppe Mario Gaudino è un regista che sa andare in fondo alle cose, che sa offrire la radiografia del cuore e del dolore evitando lo spettacolo della sofferenza in un discorso narrativo che da concerto sa farsi, per la magia del cinema, astratto e interiore, come se il regista filmasse e firmasse, con una dolcezza superiore alla sua media, sguardi, silenzi, sospensioni, stupori di chi ha sprecato la vita e non lo sa.
La sua ultima opera, in particolare, dopo la prova con il lungometraggio di finzione Giro di lune tra terra e mare del 1997, Per amor vostro è opera di riflessione e di ascolto. Tratta la storia di Anna (Valeria Golino), che da bambina è stata spavalda e coraggiosa. Oggi, è una donna “ignava”, nella sua Napoli, che da vent’anni ha smesso di vedere quel che davvero accade nella sua famiglia, preferendo non prendere posizione, sospesa tra bene e male. Per amore dei tre figli e della famiglia, ha lasciato che la sua vita si spegnesse, lentamente fino a convincersi di essere una “cosa da niente”. La sua vita è così grigia che non vede più i colori, benché sul lavoro – fa la “suggeritrice” in uno studio televisivo – sia apprezzata e amata, e questo la riempia di orgoglio. Anna ha doti innate nell’aiutare gli altri, ma non le adopera per se stessa. Non trova mai le parole né l’occasione per darsi aiuto. Quando finalmente, dopo anni di precariato, riesce a ottenere un lavoro stabile, inizia il suo affrancamento da questo stato. Anche dal marito (Adriano Giannini), del quale decide finalmente di liberarsi. Da quel giorno affronta le tante paure sopite negli anni, come quella di affacciarsi al balcone di fronte al mare perché sa che quel mare è per lei un oracolo. Il mare unico elemento ancora non contaminato dal suo sguardo grigio.
Più attento al racconto che alle storie, il cinema di Gaudino è un cinema di riflessione e di ascolto, teso a cogliere le istanze spirituali e sociali dell’altro con un respiro pacato del discorso, senza mai alzare i toni. Ma quello di Gaudino è anche un cinema intenso, mai rassicurante. C’è nel regista, testimone dei destini, per lo più fallimentari, di personaggi designati all’infelicità in un mondo guastato e marcio, un forte senso del rispetto, che rasenta la paura di guastare, filmandoli, i loro sentimenti. Quelli che mette in scena sono conflitti umani dentro conflitti storici. Perciò un’avvertita esigenza estetica si coniuga, sempre e felicemente, con una pervicace tensione etica, in una piena corrispondenza tra pensiero e forma, che rifiuta i vani lenocini della retorica del cinema contemporaneo. Il regista mette i suoi protagonisti, come Anna, su una strada verso difficili viaggi, non importa se verso il Sud o verso il Nord, ma sempre viaggi iniziatici, emotivi, verso la scoperta del sé e degli altri attraverso l’amore e il dolore, dove questi sentimenti sono un percorso, arduo ma irrinunciabile, verso un’assunzione di responsabilità, una presa di coscienza.
Per amor vostro offre allo spettatore la possibilità di confrontarsi con i propri problemi e con la realtà che lo circonda. È come se fosse lo spettatore in sala il protagonista del film. La cinepresa tende davvero a scomparire, in modo da favorire da parte dello spettatore un’adesione più diretta alla vicenda narrata. Tutta la sua attenzione è rivolta quindi al piano del racconto, ma ciò non significa che il film grondi “letteratura”, perché l’ispirazione del regista è puramente cinematografica. Un film ambizioso che si affida alle poderose spalle interpretative di Valeria Golino, facendo correre il pensiero ad Anna Magnani.
Enrico Riccardo Montone
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