I Before We Die sono un quartetto catanese e rappresentano in Italia il futuro del post rock. Qualche giorno fa, si sono esibiti al Teatro Coppola di Catania presentando il loro primo album Beginning Is The Best Failure. Abbiamo intervistato la voce del gruppo: Gianluca Montagna.
Ciao, Gianluca. Raccontaci chi sono i Before We Die dagli esordi. Da dove nasce l’idea del vostro nome?
G: «Le radici del nostro nome vanno ricercate in un modo di dire caratteristico della popolazione del sud Italia che racchiude in se tutto il pessimismo ironico tipico di noi “terroni”. L’abbiamo soltanto riadattato nella forma, mantenendo quest’idea di fondo di pessimismo “cosmico” dalla doppia lettura: Tu cosa vorresti fare prima di morire?».
Il vostro genere come lo definiresti? Sul sito rockit.it siete stati definiti il futuro del post-rock, è proprio così?
G:«Il nostro genere è motivo di dibattito su ogni recensione dei nostri lavori, vista la mescolanza di influenze. Simpaticamente, l’abbiamo definito “post-wave” per richiamare la fusione tra la new wave e il post rock. Poi abbiamo scoperto che il genere esiste realmente, quindi ci siamo sentiti meno stupidi. Ci piace pensare che chi ascolta possa vederci una genere piuttosto che un’altra, a seconda delle sue influenze e del suo personalissimo ascolto».
Il vostro nuovo album Beginning Is The Best Failure è stato curato nei minimi dettagli, che cosa rappresenta la copertina?
G:«Anche nel concept grafico dell’album abbiamo voluto far emergere questo decadentismo e senso di dissoluzione che pervade i brani. Insieme ad Antonio Cusimano (3112htm) abbiamo creato qualcosa che a impatto potesse ricordare un tempo andato misto a elementi prettamente moderni, così come intendiamo la nostra musica. Sulla cover è rappresentato uno squarcio di una parete ormai logora e abbandonata che, però, rivela un damascato lucente e vivo, compatibilmente con il senso di non resa che, nonostante il pessimismo dei testi, emerge comunque in ogni brano».
Ascoltando l’intero album si ha l’impressione di entrare in un’atmosfera quasi magica: i suoni e il ritmo della musica cambiano in ogni brano. Per esempio come è nato il brano Like a Tree?
G:«Il brano Like a Tree è nato musicalmente come omaggio allo shoegaze e al synthpop anni 80 e, fino a poco prima dell’incisione dell’EP, è rimasto totalmente elettrico e acustico. In occasione di alcuni live in duo, Antonio (chitarrista), ha sviluppato una versione totalmente elettronica del brano che ci è piaciuta così tanto da volerla fondere con quella iniziale, arrivando a quella definitiva che potete ascoltare oggi. Nel testo ho voluto trasmettere quel sentirsi inadatti, tipico di diverse generazioni di oggi, che all’estremo porta a identificarsi, nella ricerca dello star bene e della tranquillità, come parte della natura, come un albero, appunto».
Avete suonato qualche giorno fa al Teatro Coppola, riscuotendo un grande successo, quale saranno le prossime tappe? Avete un tour estivo in programma?
G:«L’esperienza del Teatro Coppola a Catania è stata davvero catartica e piacevolissima. Presentare in uno showcase il proprio lavoro nella propria città davanti a così tante persone è stato incredibile. In programma abbiamo decisamente un tour estivo in Italia e, incrociando le dita, la partecipazione a qualche festival. Abbiamo l’esigenza di raccontare le nostre storie a più persone possibili».
Dove è possibile acquistare il vostro album?
G:«Si può ascoltarlo in streaming gratuito sul Bandcamp dell’etichetta (Doremillaro rec.), su Spotify ed è acquistabile su tutte le maggiori piattaforme digitali come iTunes, Google Play, Amazon & co».
Barbara Di Benedetto
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