FIRENZE ‒ «Fra tradizione ed innovazione siamo lieti, come comune di Firenze – ha spiegato la presidente della commissione Cultura Maria Federica Giuliani – di ospitare la presentazione del ventennale del teatro Niccolini di San Casciano Val di Pesa che rafforza l’identità e la fruizione del teatro pubblico. E’ stato deciso di festeggiare questo compleanno a Firenze e di dedicare l’anniversario a Ugo Chiti che è stato ed è una delle colonne del teatro e del cinema fiorentino. Ed anche un invito a rilanciare, partendo da Firenze, tutte le realtà teatrali del territorio». Venti anni di vita teatrale, vissuta e condivisa con alcuni dei più grandi protagonisti della scena italiana, le compagnie residenti, le associazioni, i cittadini. Volti ed espressioni di un teatro in cui le realtà artistiche Arca Azzurra Teatro, Katzenmacher, teatro danza Xe, lavorano, producono e mettono in scena i propri lavori. Il teatro Niccolini, di proprietà del comune di San Casciano, gestito dall’associazione Gassa d’Amante, è una fucina di idee che promuove e genera creatività, espressa e interpretata attraverso le mille sfumature della cultura e dell’educazione. La giunta guidata dal sindaco Massimiliano Pescini festeggia quest’anno l’importante traguardo del ventennale insieme al comune di Firenze e alla fondazione Toscana Spettacolo, storico partner nella programmazione e nell’organizzazione del cartellone dello stabile chiantigiano, dedicando l’anniversario ad un regista e drammaturgo italiano di prim’ordine: Ugo Chiti, che ha accompagnato per molto tempo il percorso artistico del Niccolini.
Egli si cimenta nella rielaborazione di un grande classico del teatro occidentale: L’avaro di Moliere, un testo di forte attualità che andrà in scena il 2 e 3 dicembre, un classico capace di parlare del presente senza trasposizioni o forzate interpretazioni. Chiti cura ancora una volta l’adattamento e la regia. A contribuire all’allestimento, nella parte del protagonista Arpagone, l’attore e amico Alessandro Benvenuti. Un felice mix di fattori che portano il pubblico nella Parigi del settecento dietro le vicende di un uomo avido di denaro che trasforma ogni occasione in fonte di guadagno. Sono, invece, Lucia Poli e Milena Vukotic le protagoniste di Sorelle Materassi, in scena il 25 gennaio, del capolavoro di Aldo Palazzeschi, nell’efficace adattamento ancora di Ugo Chiti che tornerà in teatro, una seconda volta, per un affresco ironico e grottesco del mondo borghese.
Sono trascorsi venti anni da quando il sipario si alza sul palcoscenico chiantigiano, dopo essere stato al centro di un complesso intervento di restauro e recupero dello stabile avvenuto nel 1996 e sostenuto dal comune. Una grande festa per tutti che testimonia il forte radicamento del linguaggio teatrale nel territorio, una tradizione che viene da lontano: parte dal letterato Niccolò Machiavelli, che tra le colline di Sant’Andrea in Percussina compose il suo capolavoro Il Principe, e arriva fino al drammaturgo del diciannovesimo secolo Antonio Morrocchesi che dà nome ad uno specifico premio introdotto dal comune e dedicato alla carriera di grandi artisti italiani. Il Niccolini, teatro storico e spazio architettonico di pregio, attivo e aperto dalla metà dell’ottocento, rinnova il suo antico sogno di attrarre e promuovere risorse e produzioni culturali. Un obiettivo che si staglia a distanza di venti anni di vita teatrale, culturale e formativa, a seguito dell’intervento di recupero e restyling avvenuto nel 1996, per continuare ad incantare con la drammaturgia di qualità, l’alternanza dei generi e dei linguaggi espressivi spaziando dalla prosa, alla danza e alla musica. Una sfida che avvince e vince, come attesta il dato record raggiunto lo scorso anno relativo al numero degli abbonamenti sottoscritti ‒ circa 140, la metà dei posti disponibili. Una sfida che punta alla valenza sociale del teatro, una scommessa sull’equilibrio tra tradizione e innovazione e un investimento per il futuro delle arti sul rafforzamento dell’identità del Niccolini e della sua importante funzione di teatro pubblico.
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