Premiato al Toronto International Film Festival e uscito nelle sale italiane il 5 novembre di quest’anno, Freeheld racconta la toccante storia, vera, di due donne, interpretate da Julianne Moore ed Ellen Page, che hanno lottato con costanza e convinzione per i propri diritti.
Interpretata da una meravigliosa Julianne Moore, premio Oscar come miglior attrice protagonista in Still Alice, Laurel Hester è una detective in gamba ed efficiente che lavora presso il distretto di Orange County, nel New Jersey. Sempre impeccabile professionalmente, Laurel tiene però nascosta ai suoi colleghi una parte importante di sé, per paura che essa possa rappresentare un ostacolo alla sua carriera nella polizia: la sua omosessualità. Agli inizi del duemila incontra Stacie Andree (la giovane Ellen Page, già protagonista di Juno) e se ne innamora. Le due iniziano a frequentarsi e ben presto comprano casa, trasferendovisi. La vita delle due (che nel frattempo hanno completato tutti i documenti per essere riconosciute come coppia di fatto) cambia drasticamente qualche anno dopo quando a Laurel viene diagnosticato un tumore ormai in fase avanzata e le speranze di guarigione sono davvero poche. A questo punto, la sua richiesta è soltanto una e, apparentemente, molto semplice: desidera che la sua pensione venga data alla compagna Stacie. Tuttavia, una volta deceduta, la difficoltà maggiore sarà proprio quella di convincere i funzionari di Ocean County – i Freeholders – a dare a Stacie il diritto, in quanto sua compagna, di ricevere la sua pensione come qualsiasi altra coppia di fatto eterosessuale. Inizia così per Laurel un’altra battaglia, assieme a quella contro il cancro, che la renderà protagonista di un percorso importante per i diritti degli omosessuali, culminata appena nel giugno di quest’anno, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che il matrimonio è un diritto, garantito dalla Costituzione, anche per le coppie gay.
Diretto da Peter Sollet, il film, del quale esiste già un documentario omonimo diretto, nel 2008, da Cynthia Wade e vincitore di un premio Oscar, tratta una tematica della quale ormai non si ha più timore di discutere, ma che rimane, comunque, al centro di numerosi dibattiti viste le molteplici opinioni che vi sono a riguardo, soprattutto quando la questione sull’“essere omosessuali” viene posta sul piano giuridico. Pellicola sicuramente drammatica questa, la quale racconta la storia vera di una donna che, dopo aver servito la patria cercando di far sempre valere la giustizia, la vede negare a sé stessa più volte, mettendo in luce anche il fatto che per alcune persone si tratta proprio di “lottare” per ottenere qualcosa che ad altri è concesso, invece, senza troppi drammi. Si raccomanda di portare al cinema una scorta di fazzolettini, la commozione è quasi assicurata.
Sofia Bonomo
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