A pochi giorni dalla prima visione assoluta americana, arriva sui teleschermi italiani CSI: Cyber il terzo spin-off di CSI – Scena del crimine, il procedural più amato dagli spettatori del piccolo schermo. La serie è stata trasmessa da Rai 2 domenica 8 marzo alle 21:45, in occasione della Giornata mondiale della festa della donna – ed è proprio una donna, non a caso, la protagonista indiscussa di questa serie: l’agente speciale Avery Ryan.
Interpretata da Patricia Arquette – premio Oscar come migliore attrice non protagonista in Boyhood – Avery è una cyber-psicologa dell’FBI, in grado di leggere la mente e i comportamenti dei pirati informatici. Questa abilità ricorda molto quella di Allison Dubuois della serie Medium (altro alias dell’attrice), ma la Arquette ci tiene a precisare: «La protagonista di Medium agiva con il cuore, mentre questo ruolo è quello di una donna che lavora molto più con il cervello che con l’istinto». Il resto del team è composto da un cast che sembra essere uscito direttamente dagli anni ‘90: James Van Der Beek (il Dawson Leery di Dawson’s Creek) veste i panni del co-protagonista maschile Elija Mundo, un ex militare al servizio della squadra; Peter McNicol (il John Cage di Ally McBeal) è Simon Sifter, diretto superiore dell’agente Avery; e Luke Perry (Dylan in Beverly Hills 90210) interpreta Nick Dalton, un ex membro della squadra che lavora nel settore privato.
Ispirato alla vita reale dell’esperta mondiale di psicologia criminale cibernetica Mary Aiken, CSI: Cyber offre uno spaccato spaventoso del sottobosco degli hacker e delle attività criminali collegate proprio al mondo della tecnologia informatica. «Abbiamo portato computer e internet nelle nostre case e questi sono diventati porte aperte per i criminali», continua Patricia. «Quello che sono capaci di fare gli hacker è davvero terrificante e ti viene voglia di tagliarti fuori, spegnere internet, dare ai tuoi bambini un foglio e una matita, buttare il cellulare e recuperare il cerca-persone nel cassetto». Anche il creatore del franchise di CSI, Anthony Zuiker, ha dichiarato: «Grazie a CSI: Cyber,le persone del 2015 capiranno finalmente le conseguenze dello sviluppo della tecnologia: gli smart devices possono essere usati per il bene ma anche per il male. Grazie alla narrazione della serie la gente potrà capire che cosa si può arrivare a fare usando in modo criminale la tecnologia e come proteggersi: non c’è un servizio pubblico migliore».
Alessandra Munafò
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