CATANIA – Terminato sabato 28 febbraio il primo dei due mesi di tappe scelte da Le luci della centrale elettrica per il Firmamento tour 2015: dopo Lugano, Roncade, Torino, Brescia, Roma, Verona, Bologna e S. Maria Vico, il cantautore italiano Vasco Brondi, infatti, è arrivato a metà del proprio giro musicale per l’Italia esibendosi a Catania, unica tappa siciliana dell’evento.
Il trentunenne veronese, ora arrivato al quarto album dall’esordio del 2008 con Canzoni da spiaggia deturpata, ha tenuto i fan aggiornati sui propri spostamenti nella pagina ufficiale di Facebook, dove da parte dei partecipanti ai concerti non sono mancati commenti di ogni genere: dalle lamentele circa l’acustica di determinati locali presso cui l’artista ha suonato, alla celebrazione della sua inaspettata energia; dal biasimo per la brevità delle singole esibizioni serali, all’esaltazione della maturità musicale raggiunta. Così, fra sold-out e richieste di altre notti di Costellazioni in altre città del Bel Paese, Brondi sta presentando il proprio ultimo album (La Tempesta Dischi, 2014) in compagnia di Federico Dragogna (chitarrista del gruppo Ministri), Matteo Bennici al basso elettrico e Paolo Mongardi alla batteria. Le sue parole per descrivere tale esperienza sono state: «Un concerto disco-punk. Elettrico ed elettronico. Sarà uno spettacolo che tirerà fuori il lato più ritmico e distorto di Costellazioni e degli altri dischi, quell’idea di ballare sotto i bombardamenti. Ci saranno molte canzoni che non suono da anni o che non ho mai suonato dal vivo e dopo quest’anno di concerti da marzo a marzo Le luci si fermeranno fino a chissà quando».
Si sta trattando, in effetti, di una tournée dalle mille sorprese: la scaletta include anche brani composti già da anni e appartenenti a più di un album. Sono numerosi i clip e le fotografie già sparpagliati nei social network che ritraggono Le Luci intente a scatenarsi sul palco, cantando a squarciagola e coinvolgendo la platea con braccia e salti. Inoltre, chi è abituato a un sound quasi impercettibile e a certe melancolia dei toni, noterà per contrasto la carica fisica ed emotiva sprigionata tanto da Brondi quanto da chitarrista, bassista e batterista, con la loro presenza scenica e con i testi delle canzoni eseguite per l’occasione.
Costellazioni, quindi, così variegato e innovativo nelle suggestioni, nelle storie e nei modi di rapportarsi alla modernità, è stato valorizzato dal Firmamento tour per il proprio potenziale vitalismo, in parte forse assente nei precedenti singoli del cantautore. Egli stesso lo ha definito come «un disco che portava dei cambiamenti. […] Mi assomiglia di più e non è detto che sia un complimento. Ma ci ho messo dentro tutto me stesso e anche le persone che avevo attorno, è stata la cosa più stupenda e liberatoria che io abbia mai fatto. […]. Mi sono accorto che in questi anni in realtà l’unica cosa che era davvero cambiata era la percezione degli altri nei miei confronti. E che un mio personalissimo e sempre maldestro modo di prendermi cura di me, degli altri, del mio tempo e dei miei luoghi era scrivere questo ultimo disco e portarlo in giro per un anno creando ogni sera delle strane feste, senza più il bisogno di difendersi».
Coloratissimo, più loquace con il pubblico, caloroso, umile, disinvolto, «felice da fare schifo»: è in questa veste, dunque, che Brondi si presenta nell’anno in corso nei locali italiani, tenendo alto il nome della buona musica nostrana, dell’originalità senza superbia e dello scavo psicologico in versi privo tanto di concettismi fini a sé stessi quanto di artificiosi melodrammi.
Eva Luna Mascolino
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