Romanzo d’esordio di Susanna Tamaro, sebbene pubblicato per la prima volta solo il 29 gennaio 2014, Illmitz ha tutte le carte in regola per essere considerata una storia incisiva, delicata e nel perfetto stile dell’autrice, le cui opere più famose sono forse Va’ dove ti porta il cuore, Luisito o L’isola del tempo perso.
Il protagonista è un venticinquenne residente a Roma che decide di partire per Illmitz, una cittadina al confine fra Ungheria e Austria. Fin dal momento in cui sale sulla corriera, il giovane tiene un diario in cui appunta tutto ciò che accade attorno e dentro di sé: sogni notturni e diurni, sensazioni spiacevoli, persone che lo circondano, clima meteorologico, aneddoti della propria infanzia, monologhi interiori, domande irrisolte, descrizioni di luoghi e persone… La sua mente perennemente attiva non si lascia sfuggire nulla e registra un intero universo di forze contrastanti fra di loro, in perenne sospensione fra vita e morte, fra rabbia e perdono, fra amore e distacco.
Non a caso, il viaggio che egli decide di compiere ha come scopo un’esplorazione in gran parte anche interiore, perché è proprio a Illmitz che la sua famiglia abitava prima di trasferirsi sul Carso. Pur percorrendo il viaggio da solo, quindi, il protagonista va incontro ai propri ricordi, alla morte prematura della sorellina Agnese e poi della madre, scrivendo senza omettere nemmeno un dettaglio della propria esperienza e dei progressi compiuti nel processo di riconciliazione con se stesso.
Il confronto con il passato dà l’occasione al venticinquenne di riflettere anche sul presente che si è fabbricato con le proprie mani: la penna talvolta imperfetta ma già avvincente della Tamaro si sofferma su Cecilia, fidanzata del personaggio principale, per la quale quest’ultimo progetta di scattare numerose foto dei paesaggi visitati per poi mostrarglieli una volta tornato a Roma. Il sentimento che egli nutre nei confronti della sensuale ragazza costituisce quasi un filo di Arianna da seguire per allontanarsi dal labirinto di una inquieta solitudine e andare incontro alla vita.
Ed è proprio grazie al pensiero della giovane che la conclusione del viaggio a Illmitz coincide con la fine di una vicenda dal sapore dopotutto agrodolce e dalle tinte non troppo fosche, mediante la quale la scrittrice triestina dimostra di avere avuto la stoffa del mestiere già dal proprio primo libro.
Eva Luna Mascolino
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