Lutto nel mondo dell’arte: è morto l’artista che ha creato l’opera d’arte sul Lago d’Iseo. Tutti abbiamo sentito parlare di quel famoso ponte arancione sulle acque del lago lombardo, chiamato The Floating Piers. Quest’opera d’arte rimasta in Italia dal 18 giugno al 3 luglio nel 2016 era stata creata da Christo Vladimirov Javacheff, noto a tutti come Christo.
L’artista è morto nella sua casa di New York all’età di 84 anni per cause naturali. Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali e del Turismo ha commentato «L’arte perde oggi un grande protagonista che ha amato l’Italia e che ha stupito il mondo con opere che sapevano rendere spettacolari i paesaggi e le bellezze naturali».
Christo, insieme a sua moglie, era considerato il miglior rappresentate della Land Art. Preferiva definirla “un’arte ambientale”. Con quest’arte infatti ha modificato il paesaggio urbano, ma in modo convenzionale: le sue opere d’arte, prima o poi, sparivano. Com’è successo sul Lago d’Iseo, infatti, molte altre opere d’arte erano solo temporanee.
«Lo sapete che non ho alcuna opera esistente? Tutte scompaiono quando sono finite. Ho solo gli schizzi e questo rende in qualche modo il mio lavoro leggendario. Ritengo che ci voglia più coraggio a creare cose che poi se ne vanno, che a creare cose che restano», dichiarò in un’intervista al New York Times.
La sua prima opera fu nel 1968, la Kunsthalle di Berna. Dopo arrivarono Porta Pinciana a Roma nel 1974, il Pont Neuf di Parigi nel 1985, il Reichstag di Berlino nel 1995. Voleva imballare e impacchettare il mondo, ma senza renderlo permanente. Con la sua arte “temporanea” voleva sottolineare la mancanza del soggetto. Quello stesso soggetto che veniva a mancare agli occhi dello spettatore. Facendoci comprendere come capiamo il valore di un oggetto solo quando esso ci viene tolto.
L’arte, per Christo, doveva essere proprio questo: un continuo stupire, trasformare e dare una visione diversa del mondo alla quale siamo abituati.
Nicole Rastelli
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