Per Raffaella Silvestri, finalista nel talent show di Rai 3 Masterpiece dedicato agli autori emergenti, la distanza dalla vittoria durante la puntata finale della trasmissione è stata minima. Dopo una serie di gare ad eliminazione e di spareggi combattuti sul filo del rasoio con la scrittura come unica arma, infatti, la ventinovenne milanese laureata a Cambridge ha visto passare ad un soffio dal proprio naso la possibilità che Bompiani pubblicasse il suo primo manoscritto in centomila copie e che lo distribuisse nelle maggiori librerie italiane, così come prevedeva il premio finale del programma. Eppure, nonostante il trionfo del trentaseienne di origine serba Nikola Savič che ha partecipato con il libro Vita migliore, la casa editrice ha deciso di pubblicare ugualmente alcune delle opere ritenute di maggior valore fra quelle proposte dai concorrenti, cosicché anche La distanza da Helsinki della Silvestri ha ottenuto un’eccezionale occasione per far parlare di sé con particolare entusiasmo della critica letteraria italiana e di quella estera.
La sua è una storia di formazione capace di coinvolgere tanto gli adolescenti quanto i lettori più maturi, raccontando le vicende di due sedicenni, Viola e Kim, che si incontrano casualmente a Londra durante un corso di inglese e che instaurano un rapporto fuori dall’ordinario, sfiorando l’amore e non toccandolo mai, o forse attraversandolo sempre in maniera totale e particolarissima. Nonostante i forti sentimenti che legano i protagonisti, le loro vicende – sviluppate in tre parti distinte del romanzo – li portano a crescere con difficoltà squisitamente contemporanee e ad un tempo universali, e a ritrovare sé stessi e l’altro solo grazie al superamento di molti tipi di distanze. Attraverso uno stile in gran parte controllato e limpido che ben rispecchia quello dei giovani narratori protagonisti, la neo-autrice rende i lettori compartecipi di paure, frustrazioni e malinconie dal sapore spesso agrodolce, la cui tematica cruciale riguarda l’accettazione individuale da parte del mondo.
Solo nella conclusione i due raggiungono uno stato di realistica accettazione che li porta, se non alla felicità pura, quantomeno alla serenità e al raccoglimento, con le considerazioni lucide e quasi profetiche di un personaggio sopravvissuto a lunghe amarezze e di una scrittrice che, seppure conosciuta da poco, si conferma come una piacevole promessa nel panorama letterario nazionale.
Eva Luna Mascolino
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