Sarà capitato a tutti di ritrovarsi a conversare a proposito di un libro conosciuto e apprezzato da critica e lettori, ma che non si ha ancora avuto tempo o voglia neppure di sfogliare: può trattarsi di un classico della letteratura come di una novità editoriale, non fa differenza. La sensazione di imbarazzo e di inadeguatezza è comunque pungente. Cosa fare, allora, in casi come questo? Si può candidamente ammettere di non saperne granché, oppure provare in ogni caso a partecipare alla conversazione, cercando di non sfigurare con un commento apparentemente valido e consapevole dell’opera. E non si tratta di un’attitudine solo italiana, né di uno specifico gruppo socio-culturale o anagrafico di persone, anzi: la tendenza è così diffusa che la Bbc ha condotto una ricerca su un campione di 2000 persone di madrelingua inglese residenti nel Regno Unito. Ne è emerso che numerosi volumi, anche quelli del momento, occupano posti tutt’altro che irrilevanti in classifica.
Fra i venti titoli più citati, non a caso, ci sono due saghe fantasy oramai diventate un cult: quella di Harry Potter, nata dalla penna di J. K. Rowling, e quella de Il Signore degli anelli firmata J. R. R. Tolkien (rispettivamente al 12° e 3° posto). A spiccare sono anche romanzi tuttora di grande attualità, in particolare 1984 di George Orwell al 2° posto, Il diario di Anna Frank al 14° e Il Grande Gatsby di F. S. Fitzgerald al 18°. Nondimeno, sono presenti anche volumi considerati dei capolavori nei rispettivi generi: primo fra tutti Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, che nell’elenco occupa il 17° posto, e addirittura Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen in decima posizione. La presenza di scrittori non anglofoni nella singolare top twenty è piuttosto ridotta, ma consistente se si considera il numero di pagine dei volumi “incriminati”: si tratta, infatti, di Lev Tolstoj – che si piazza al 3° e 4° posto con Guerra e Pace e Anna Karenina – e del conterraneo F. Dostoevskij, nono in classifica con il celebre Delitto e Castigo.
Nell’elenco sono presenti classici della letteratura? Assolutamente sì. Una quaterna perfetta va proprio a Charles Dickens, visibile all’ottavo, undicesimo, tredicesimo posto e quindicesimo, rispettivamente con i romanzi David Copperfield, Casa desolata, Grandi speranze e Oliver Twist. Le bugie al riguardo potrebbero nascere, come hanno supposto gli analisti, dal fatto che le opere fanno parte del programma di studi di tanti scolari, i quali talvolta, però, non hanno la motivazione o la chiave di lettura necessarie per apprezzare fino in fondo simili letture. Non sono da meno, per rimanere sulla medesima scia, altri tre titoli della classifica: Il buio oltre la siepe (Harper Lee, 7° posto), Le avventure di Sherlock Holmes (Arthur Conan Doyle, 6° posto) e il seppur celeberrimo Il giovane Holden pubblicato da J. D. Salinger e piazzatosi in ultima posizione.
Curioso il fatto che, sebbene di un punto, sia più di rado l’oggetto di una “menzogna letteraria” Comma 22, volume di Joseph Heller dalla risonanza internazionale minore rispetto al ventesimo posto in classifica. A stupire ancor di più e per due motivi fra loro opposti, comunque, ci sono le due opere non ancora nominate e posizionate rispettivamente in corrispondenza del numero sedici e in pole position assoluta: Cinquanta sfumature di grigio, di E. L. James, e Alice nel Paese delle meraviglie di Lewis Carroll. Uno spaccato, insomma, che la dice lunga sull’effettivo numero di lettori sia nell’ambito delle più controverse pubblicazioni recenti sia in quello delle più studiate e riadattate opere del passato. Così, lo stesso Paese che ha contribuito a offrire numerosi capolavori della letteratura europea e che già da anni stila elenchi dei romanzi da non farsi mancare assolutamente nella vita, è lo stesso che possiede qualche carenza in fatto di preparazione letteraria del singolo.
Eva Luna Mascolino
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