È l’infelicità a far paura di solito, il dolore a terrorizzarci e l’apatia ciò che tendiamo ad evitare. In realtà, però, non sempre questo schema si ripresenta immutato, non per esempio nei soggetti cherofobici. Questi ultimi, infatti, per predisposizioni interne o per una combo di fattori esterni, tremano davanti all’idea di essere felici, probabilmente perché fortemente convinti che ad ogni momento di allegria debba corrisponderne almeno uno di sofferenza.
C’è chi, però, questa che è una vera e propria fobia ha il coraggio non solo di sfidarla, ma riesce anche a farlo in maniera del tutto sorprendentemente peculiare. Ci ha provato, riuscendoci egregiamente, l’artista Noemi Lakmaier che ha reso le sue insicurezze parte di una performance artistica avuta luogo nella chiesa di San Leonardo prima e al Teatro dell’Opera di Sydney poi. La giovane viennese affetta dalla nascita da una disabilità motoria che la costringe su una sedia a rotelle, si è fatta appendere a ben 20 mila palloncini colorati per sconfiggere un’altra sua grande paura: volare. L’installazione, dal titolo Cherophobia, l’ha vista parte integrante per nove ore, tempo in cui è rimasta sospesa, così come in sospeso ha lasciato le sue ansie: distanti, quasi non le appartenessero più.
«C’è qualcosa di molto triste nell’avere paura di essere felici, è una condizione profondamente contraddittoria che mi ha affascinata. Nell’essere sospesa si percepisce una tensione costante tra la forza dell’elio nei palloncini che spinge verso l’alto e il mio peso corporeo che porta la pressione invece verso il basso. C’è una lotta continua tra le due forze» è quanto affermato dalla ragazza al The Sidney Morning Herald. Un’immagine simile a quella del film di animazione Up, insomma, in cui una casetta fluttua nel cielo trasportata da tanti palloncini colorati. Tuttavia, la realtà in questo caso riesce ad andare oltre la fantasia.
«C’è una dichiarazione più ampia sull’essere umano», ha raccontato infatti l’artista. «La lotta tra i palloncini e il corpo ci ricorda cosa vuol dire essere umani. Abbiamo ridotto al minimo il rischio di fallimento ma non azzerato. Ci possono essere palloncini che scoppiano per esempio ma la voglia di farcela è più forte della mia paura». Ed è lì, la paura si acquieta, dove l’uomo supera i suoi limiti, che nasce l’arte: persino quella di essere felici davvero.
Concetta Interdonato
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