BOLOGNA – Ogni strada nasce da un agglomerato di case poste le une accanto alle altre. Ogni città nasce da una e una sola via, a questa se ne aggiungono poi, perpendicolarmente e parallelamente, altre. Ed ogni città degna di questo nome (il termine stesso “città” porta con sé la radice latina di “civiltà”) è attraversata da un fiume. Ogni corpo umano nasce da un insieme di cellule. Ed ogni corpo umano è attraversato da una parte liquida che si dirama in tutte le sue sezioni: il sangue, linfa vitale. Anticamente i fiumi non erano semplici corsi d’acqua, ma pure sorgenti di vita. Roma, Parigi, Londra: le capitali del mondo e della storia iniziano dall’acqua nascono dall’acqua; un grande fiume è la venatura che ha permesso la loro civiltà e civilizzazione. Il fiume è per una città, dunque, ciò che il sangue è per il corpo umano: nutrimento.
Anche Bologna (e quanto segue può sembrar strano a chi non l’ha mai visitata attentamente) possiede arterie acquifere sotterranee colme dell’acqua di un fiume: il Reno. In alcuni luoghi nascosti è possibile fotografarlo da ponti che si insinuano tra le dimore medievali. Uno dei tanti segreti che Bologna reca nel suo “corpo cittadino” è la Piccola Venezia: una finestrella costruita appositamente che, una volta aperta, permette di affacciarsi su di uno scorcio che ricorda la Serenissima; qui migliaia di amanti vi hanno, baciandosi, suggellato le loro promesse d’amore. Una delle vie principali del centro storico bolognese è via Riva Reno, attigua ad un’altra breve e meno conosciuta viuzza, la via del Porto. Ora, sia l’espressione “Riva Reno” che il termine “Porto” rimandano facilmente a richiami di natura navale, marina, acquatica. In effetti queste strade furono così denominate in tempi immemori, quando ancora Bologna si trovava ad un’altitudine inferiore rispetto ad ora e il fiume Reno vi scorreva nel centro, bagnando i suoi argini che, con i secoli, hanno poi trovato il cemento a copertura industriale di quella naturalezza fluviale.
Tra le tante viuzze che permettono a via Riva Reno di comunicare con via del Porto, c’è via San Carlo, luogo in cui recentemente è stata fondata una delle più industriose e attive Social Street: la San Carlo Social Street, appunto. Tra i vari progetti in essere, come ci hanno riferito i soci, quello di riqualificare portici e muri, serrande e portoni, così barbaramente agghindati da gente poco civile. Con sforzo comune, i ragazzi della Social intraprendono attività di vario tipo, utili alla persona e alla comunità: si va dai corsi di yoga alle lezioni di naturopatia, dalle discussioni su Bologna alle serate dal gusto vegano, passando per (un tocco di ironia mista a malizia non guasta mai!) un calendario dallo stile personalissimo che, pur non ricordando le vuote beltà televisive, è certamente più singolare e degno di accompagnare i 365 giorni del 2016. Insieme alla San Carlo Social Street, altre “strade sociali” sono nate in quel di Bologna, nella comune speranza di rivalutare il territorio dalla mancanza di rispetto verso la città.
Luca Occhilupo (articolo)
Paolo Terni (photogallery)
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