BOLOGNA – I bolognesi ormai ne sono a conoscenza: i lavori che occupano la T del centro storico, durano da quasi un anno, ma quello che non sapevano era che sotto la trafficatissima via Ugo Bassi giaceva il vecchio decumano della città romana di Bononia. Il ritrovamento, inaspettato anche per gli archeologi e gli esperti del Comune, ha stupito tutti, nonostante si sappia che sotto il centro della città risiedono i resti di epoca romana. Si pensi, infatti, alla Sala Borsa che custodisce, dai lontani anni ’30 del Novecento, le rovine della basilica civile di Bononia. Probabilmente, la “nuova” strada da poco ritrovata collegava l’odierna via Ugo Bassi alla Basilica. I resti, che gli archeologi ritengono risalire al quarto/sesto secolo avanti Cristo, giacciono a 80 metri dal livello della strada e mostrano i segni del passaggio dei carri.
Il museo a cielo aperto ha, però, avuto vita breve: dopo poche ore, infatti, è stato ricoperto con sabbia, cemento e speciali teli di tessuto-non tessuto per mantenere una tombatura per altri 2000 anni. Questo perché, secondo gli archeologi, portare tutto in un museo li renderebbe probabilmente degli anonimi pezzi di pietra. «Non avrebbe senso spostarli. Li manterremo nella loro posizione originaria e li ricopriremo con particolari materiali di protezione e sabbia», spiega l’archeologa Renata Curina, che sta coordinando i lavori per la Soprintendenza. Le opinioni dei cittadini bolognesi sono diverse, sia riguardo il cantierone BOBO, scomodo per alcuni, ma utile per altri, sia riguardo la recente scoperta della “nonna” di via Ugo Bassi. Resta indubbio, però, il fatto che seppellire un pezzo di storia sia un peccato anche quando sembra essere l’unica soluzione possibile.
Roberta Ventura
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