BOLOGNA – La linea gialla è il confine tra la vita e la morte, tra memoria e oblio: «È un luogo non luogo; c’è la linea gialla, poi c’è la vita e poi c’è la morte». Queste sono state le parole dell’attrice umbra Valenina Lodovini in riferimento alla docufiction La Linea Gialla – Bologna 2 Agosto, ideata dal giornalista Emilio Marrese. Non un documentario comune, ma una vita immaginaria, quella di Angela Fresu, un nome difficile da conoscere se non ci si è recati almeno una volta nella sala d’attesa della Stazione Ferroviaria di Bologna Centrale. In sala, infatti, campeggia un monumento che reca la lista di 85 persone con la relativa età nel momento in cui il loro respiro fu brutalmente interrotto dalla detonazione di un ordigno il 2 agosto 1980. Accanto al nome di Angela Fresu, un numero: il 3. Numero dal significato potente, numero della vita e dell’amore per eccellenza.
La linea gialla è anche la linea da non oltrepassare, quella linea che nella stazione di Bologna divide i binari dalla zona d’attesa per i passeggeri. È la linea oltre la quale esiste il pericolo estremo, vicino la quale i genitori tengono più stretta la mano dei figli per insegnar loro, sin da piccoli, quanto sia importante rimanere al di qua della “linea gialla”, per poter continuare ad avere accanto i propri cari, per poter continuare a respirare. Angela Fresu, quel giorno, stringeva la mano di mamma Maria, di 24 anni: a poco servì l’amorevole stretta contro la spietata azione del terrorismo nero.
Emilio Marrese ha immaginato che, 35 anni dopo l’attentato alla stazione di Bologna, una donna di nome Angela si rechi nel capoluogo emiliano proprio durante la commemorazione della strage e, a sua insaputa, si imbatta in persone e luoghi che la riguardano direttamente, sconvolgendo il suo stato di apparente spensieratezza e tranquillità.
«A Bologna in agosto bisogna starle vicino, non si può mica lascarla da sola»: sono le parole che, nella pellicola diretta da Francesco Conversano e Nene Grignaffini, pronuncia Francesco Guccini che vi partecipa con un cameo. Bologna, in effetti, non sarà sola questo 2 agosto, perché tra i vari momenti commemorativi, ci sarà la proiezione de La Linea Gialla, sul maxischermo di Piazza Maggiore.
Insieme a Valentina Lodovini, un altro personaggio principale è Ivano Marescotti, mentre le musiche del film sono di Paolo Fresu e del gruppo elettropop bolognese Lo Stato Sociale; un’apparizione anche per un altro bolognese doc, Federico Aicardi, che interpreta il se stesso cantante, con la sua immancabile chitarra.
Un cast principalmente bolognese, principalmente per non dimenticare, per incantare con immagini che possano esprimere lo stato d’animo della città del 2 agosto di 35 anni fa, quando i primi soccorsi furono portati dai cittadini, quando gli autobus furono approntati velocemente come fossero ambulanze, per curare i primi feriti. Una targa ancora lì, recante l’immagine dell’orologio ancora fisso alle 10 e 25 di mattina, per non dimenticare quel giorno d’agosto nel quale la piccola Angela Fresu perse la vita con altri 84 esseri umani nel più imponente e sconsiderato attentato terroristico che l’Italia abbia mai subito.
Luca Occhilupo (articolo)
Paolo Terni (photogallery)
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