CATANIA – Continua l’avventura siciliana verso l’annullamento delle provincie. Nonostante l’acceso dibattito all’ARS circa la nascita degli organi di libero consorzio e delle città metropolitane, il consenso popolare (espresso principalmente via web) e la determinazione dei rappresentanti dei comuni interessati, sono un veicolo inarrestabile verso il cambiamento. Catania, nelle nuove vesti di città metropolitana, si è messa subito all’opera, raccogliendo proposte di adesioni da Gela e Niscemi (nelle quali il consenso è oltre il 95%, secondo i referendum svoltisi) e da Piazza Armerina.
Quello che incuriosisce è la posizione politica dei vari sindaci. M5S, centro, socialisti : «Stiamo lavorando per i nostri territori senza differenze di colore politico» dice Bianco «il 50% del PIL del nostro Paese viene prodotto nelle quattordici città metropolitane italiane e circa l’80% della capacità di innovazione e ricerca del sistema produttivo italiano è legato a queste grandi aree urbane dove si gioca il futuro dell’Italia». I gelesi sono soddisfatti, la loro decisione di distaccarsi dal libero Consorzio di provenienza non ha incontrato né ostacoli né opposizioni in sede di Consiglio Comunale, il quale ha già comunicato che procederà alla ratifica definitiva. «I nostri cittadini hanno scelto giustamente di aderire ad un territorio più affine dove vi saranno maggiori prospettive di crescita» dice Domenico Messinese, primo cittadino di Gela. Non vige lo stessa clima di unanimità nel piazzese. Se il sindaco Filippo Miroddi parla di «opportunità di sviluppo comprovata da ciò che vuole la democrazia popolare», Antonio Venturino, presidente vicario dell’ARS invita al dialogo e al ripensamento, proponendo l’adesione al Consorzio Ennese: «Con il referendum celebrato l’anno scorso, i piazzesi avevano deciso di aderire al Libero Consorzio di Catania, ma dopo l’approvazione della legge un mese fa le cose sono cambiate e in molti oggi pensiamo che andare con la città metropolitana di Catania avrebbe ricadute negative sulla vita quotidiana dei cittadini. Pensiamo ai precari delle amministrazioni pubbliche, ai dipendenti degli enti che potrebbero essere trasferiti e costretti a percorrere decine e decine di chilometri ogni giorno e pensiamo anche ai costi delle assicurazioni, che cambiano rispetto alla Provincia di residenza». Nonostante ciò, i capigruppo di Piazza Armerina stanno stabilendo una data per la delibera all’adesione.
Bianco ha specificato inoltre come i tre centri siano indispensabili per la crescita della suddetta città metropolitana, creando delle realtà diversificate ognuna forte delle propria peculiarità, che sia l’industria, il turismo o l’agricoltura. «Facciamo squadra insieme, per contare di più a Palermo, a Roma e a Bruxelles dove, come capo-delegazione del Comitato delle Regioni, potrò rappresentare un’area così vasta e importante. E proprio per dare più forza alla nostra terra auspico che, oltre ai comuni che già si sono espressi, aderisca al Distretto Sud-Est tutto il territorio ennese per uno sviluppo ancora maggiore e per competere al meglio».
Alberto Abate
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