BRUXELLES – I leader dei gruppi politici del Parlamento si sono espressi mercoledì sul Libro bianco della Commissione sul futuro dell’Europa, presentato in Aula dal suo Presidente Jean-Claude Juncker. Alcuni deputati hanno accolto con favore la decisione della Commissione di delineare cinque possibili percorsi per l’UE da intraprendere nei prossimi anni, mentre altri lo hanno criticato per non aver scelto un percorso prioritario o fornito esempi concreti. In apertura del dibattito, il Presidente del PE, Antonio Tajani ha dichiarato che «nell’ultima plenaria sono state approvate tre relazioni che hanno aperto il dibattito sul futuro dell’UE. Questo dibattito deve continuare anche nella prossima plenaria e in vista della dichiarazione congiunta del 25 marzo prossimo per i 60 anni del Trattato di Roma. Tale evento dovrà essere non solo un momento celebrativo, ma un’occasione per le istituzioni perché si mettano ancora più all’ascolto dei cittadini per rispondere alle loro preoccupazioni», ha concluso Tajani.
Il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker (parte 1, parte 2, parte 3) ha presentato cinque possibili risposte alla domanda «Quo vadis Europa», sottolineando che si tratta di «un’Europa a 27». «Oggi, il nostro compito è quello di mostrare ciò che l’Europa può e non può fare», ha proseguito, sottolineando per esempio che «l’Europa da sola non può combattere la disoccupazione. Non possiamo offrire la luna. In alcuni casi, tutto ciò che possiamo fare è offrire un telescopio». Successivamente, Juncker ha delineato cinque percorsi: «continuare», «nient’altro che il mercato unico», «chi chiede di più deve impegnarsi maggiormente», «fare meno in modo più efficiente», e «fare molto di più insieme». «Non vi dirò oggi la mia preferenza assoluta, perché non spetta a me prendere questa decisione», ha detto Juncker, invitando il Parlamento europeo, i parlamenti nazionali, i governi e i cittadini a contribuire al dibattito. La Commissione continuerà ad ascoltarli fino a settembre, quando con il discorso annuale sullo Stato dell’Unione e dopo aver consultato i relatori del Parlamento europeo, adotterà le sue conclusioni.
Esteban González Pons (PPE, ES) ha ringraziato il Presidente Juncker per aver scelto di presentare il suo Libro bianco in Parlamento e ha sottolineato che l’Aula deve essere «pienamente coinvolta» nel relativo dibattito. Si è detto d’accordo con Juncker sul fatto che si debbano «allineare le aspettative con la realtà», esortando gli Stati membri a «smettere di incolpare l’Europa per quello che l’Europa non può fare perché non ha gli strumenti. Si tratta di un approccio sbagliato e pericoloso e Brexit è una delle sue conseguenze», ha concluso Pons. Il leader del gruppo S&D Gianni Pittella (IT) ha detto, riferendosi a Juncker: «Il Libro bianco include cinque opzioni, e credo che mettendo queste cinque opzioni sul tavolo come scenari realistici si faccia il gioco di coloro che vogliono indebolire l’Unione europea o anche sbarazzarsene. (…) Lei ha messo cinque opzioni sul tavolo, io ne vedo solo una: lavorare insieme come europei e fare molto di più insieme», ha aggiunto.
Ulrike Trebesius (ECR, DE) ha affermato che le speranze del passato sull’Europa e sulla zona euro sono state vittime del centralismo e delle manie di grandezza. L’UE dovrebbe concentrarsi su un minor numero politiche e diventare più efficiente, per esempio nella lotta al terrorismo e nella protezione dei suoi confini. «I tempi sono cambiati, abbiamo bisogno di più flessibilità e di migliorare il nostro assetto istituzionale», ha dichiarato Trebesius. Guy Verhofstadt (ALDE, BE) ha sottolineato la necessità di avviare un’ulteriore riflessione interistituzionale sul futuro dell’Europa. Ha inoltre affermato che l’UE attualmente manca di reali capacità di affrontare molte delle sfide odierne, e ha esortato i paesi dell’UE a smettere di usare la regola del voto unanime per bloccare gli sforzi vitali per portare avanti l’Unione. «Ma come convincere i leader europei a livello nazionale ad adottare le misure di cui abbiamo così disperatamente bisogno?», ha aggiunto.
«Abbiamo bisogno di ascoltare i cittadini», ha sottolineato Patrick Le Hyaric (GUE, FR), chiedendo un altro scenario, «dal basso», che tenga conto delle aspirazioni della gente riguardanti la giustizia, l’uguaglianza, la solidarietà, la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. «In caso contrario, non riusciremo a vincere la sfida», ha avvertito. Philippe Lamberts (Verdi/ALE, BE), ha invitato la Commissione a considerare di proporre un cambiamento radicale di rotta, in modo da fermare l’esplosione della diseguaglianza. «Per riconquistare i cuori e gli spiriti dei cittadini, abbiamo bisogno di (…) garantire la pace e la prosperità condivisa, e di abbandonare la concorrenza fiscale e sociale», ha aggiunto. Per il gruppo EFDD, Gerard Batten (UK) ha dichiarato che il Libro bianco riconosce i problemi che affliggono l’Unione europea «ma non riesce a capire che molti di questi sono stati creati, in primo luogo, dall’UE». Per il gruppo ENF, Vicky Maeijer (NL) ha affermato che l’Unione europea è al collasso. «In Olanda abbiamo detto no alla costituzione europea, no all’accordo commerciale con l’Ucraina, ed è giunto il momento di dire no all’Europa». Infine, Jean-Claude Juncker ha concluso la seduta.
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