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Distanziometro e slot: guerra aperta tra il Comune di Bologna e il TAR Emilia
27 Ottobre 2015
BolognaCittà

Distanziometro e slot: guerra aperta tra il Comune di Bologna e il TAR Emilia

Home » Città » Bologna » Distanziometro e slot: guerra aperta tra il Comune di Bologna e il TAR Emilia

BOLOGNA – Lotta senza frontiere a suon di ricorsi e fascicoli. È quanto sta accadendo tra le mura del capoluogo felsineo a causa della diaspora tra TAR Emilia e Comune di Bologna in merito a un tema caldo come il distanziometro per le slot, ovvero il rispetto della distanza di 500 metri da luoghi sensibili, come scuole o ospedali, per l’apertura di sale dedicate alle famigerate “macchinette”. È in corso una dura battaglia tra la giunta guidata dal sindaco Virginio Merola e il TAR, che in più di un’occasione (in ben due gradi processuali) ha affermato che i Comuni non possano imporre alle sale giochi e scommesse di rispettare distanze minime dai luoghi sensibili, fino a quando non verrà adottata la pianificazione statale prevista dal decreto Balduzzi. Il regolamento comunale di Bologna vieta l’apertura di mini-casinò e sale slot a meno di 1000 metri dai luoghi sensibili, conditio che differisce da quanto previsto dal regolamento nazionale.

La pianificazione introdotta dal decreto Balduzzi, pur basandosi sul concetto di base già contenuto dal regolamento comunale felsinea, presenta degli aspetti che hanno determinato la doppia bocciatura del TAR. Nello specifico, la pianificazione è finalizzata a pianificare e omogeneizzare, con efficacia su tutto il territorio nazionale, l’introduzione di limiti distanziometrici aventi non già carattere urbanistico, ma chiara natura di ordine pubblico. Tutto ciò anche al concreto fine di evitare, mediante l’introduzione di limiti certi aventi efficacia su tutto il territorio nazionale, la possibile introduzione di distanze del tutto diverse da Comune a Comune.

Comune di BolognaIl caso di Bologna non è l’unico a livello regionale e nazionale. Guerre a suon di ricorsi sono tuttora in corso anche nella provincia di Ferrara e in decine di province di tutto il Bel Paese, con decisioni contrastanti. Questa Babele legislativa e difformità nei giudizi trova una spiegazione nel , un puzzle complicato da comporre come da sempre ci ha abituato la nostra nazione quando è tempo di legiferare. La Regione Emilia Romgna resta comunque una delle aree d’Italia con maggiore propensione alla tutela dei consumatori, come palesa il Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio di dipendenza dal gioco patologico 2014-2016 della Regione Emilia-Romagna, approvato nel lontano marzo 2014, sulla base dei principi della legge regionale 5 del 2013, una delle prime in Italia ha introdurre disposizioni come il distanziometro e l’affissione del marchio Slot Free ER in tutti gli esercizi privi di slot machine e videolotteries.

Le battaglie legali saranno destinate a continuare ad oltranza nei prossimi mesi. La concessione di nuove licenze per l’apertura di sale dedicate alle slot da un lato e l’attesa per l’approvazione di una legge nazionale uniforme dall’altro, rendono il panorama ancor più complicato della situazione attuale. Nel frattempo ha confermato una tassazione di 600 milioni di euro al settore e aperto alla regolamentazione di tutte le aziende e imprese che orbitano al di fuori del circuito AAMS. La speranza è che questi provvedimenti possano gettare le basi per la stesura di una legge ad hoc su un tema così divergente come il gioco d’azzardo.

Slot Free ER - Dove il gioco d'azzardo non c'è, si vive meglioVede il coinvolgimento dei Comuni e degli uffici commerciali attraverso la diffusione e l’affissione del marchio Slot Free ER e la dotazione da parte di ogni azienda ASL di un punto sperimentale di accoglienza e valutazione delle persone affette da ludopatia. Queste collaborano con le associazioni del terzo settore che si occupano del fenomeno. «Nella programmazione sociale e sanitaria d’ambito distrettuale, e nello specifico nei programmi attuativi del Piano di zona per la salute e il benessere sociale, i servizi (sociali e sanitari) dovranno individuare ulteriori azioni e interventi da concretizzare insieme, coinvolgendo dove possibile gli organismi del terzo settore e le associazioni di rappresentanza».

La collaborazione degli esercizi commerciali permette la diffusione e sensibilizzazione delle azioni presenti nel Piano. L’affissione del marchio Slot Free ER, sulle vetrine all’entrata dei locali ha una funzione d’informazione nei confronti dei cittadini i quali potranno riconoscere e scegliere se frequentare o meno un locale dove non ci sono slot machine o apparecchi per il gioco on-line. Il Piano introduce inoltre corsi di formazione obbligatori per il personale delle sale da gioco che mirano a sensibilizzare sui rischi di dipendenza del fenomeno e promuovere una certa responsabilità sociale nei confronti dei soggetti ludopatici. È stato istituito un numero verde volto a fornire informazioni sui servizi esistenti e l’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo con la funzione di far conoscere e diffondere esperienze e buone pratiche territoriali per prevenzione e contrasto alla dipendenza da gioco patologico. Nella provincia di Reggio Emilia è attivo il Progetto Pluto, finanziato dalla regione, che assiste le persone “gravemente affette” dalla dipendenza.

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