Nella giornata di ieri la Sezione Criminalità Organizzata di Catania e il Commissariato di P.S. di Adrano hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere a carico di 4 esponenti dell’associazione mafiosa Santangelo – “taccuni”, operante ad Adrano e costituente articolazione territoriale della associazione mafiosa Santapaola – Ercolano, famiglia catanese di cosa nostra, ritenuti responsabili di due efferati omicidi commessi ad Adrano nel 2008. L’aggravante è di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà connesse alla loro partecipazione al suddetto clan mafioso Santangelo – “taccuni” e al fine di affermarne e ribadirne la supremazia sul territorio rispetto agli altri clan.
I 4 esponenti del clan Santangelo – “taccuni”, raggiunti dalla suddetta misura cautelare presso le strutture penitenziarie in cui erano già detenuti per altra causa, sono:
1. SANTANGELO Gianni (40 anni);
2. BULLA Antonino (40 anni);
3. CRIMI Salvatore (37 anni);
4. SAMPERI Alessio (38 anni)
Le indagini hanno consentito di ricostruire la dinamica ed individuare gli autori dell’omicidio di Francesco Rosano avvenuto il 18/01/2008 e dell’omicidio di Alfio Neri – inteso “pasta rattata” – avvenuto il 15/08/2008.
Francesco Rosano era stato colpito al volto e al torace da 13 colpi di pistola calibro 9 la mattina del 18/01/2008 mentre era alla guida della sua autovettura in via Bruno ad Adrano nei pressi della sua abitazione.
Sin da subito gli incaricati delle indagini ipotizzarono che l’omicidio fosse da ricondurre ad una ritorsione attuata dal clan Santangelo – “taccuni” in risposta triplice omicidio di Daniele Crimi, Alfio Finocchiaro e Alfio Rosano avvenuto ad Adrano il 27/07/2006 e per il quale gli esecutori materiali erano stati individuati nei fratelli Antonino e Alfredo Liotta, detti “trentalire”, e Vincenzo Mazzone, i quali avevano come obiettivo privilegiato Alfio Rosano, in quanto esponente di spicco della famiglia “Rosano” detti “pipituni”, appartenente al clan Santangelo – “taccuni”.
Le indagini accertavano, in particolare, l’esistenza di stretti rapporti tra Rosano, vittima dell’omicidio del 15/01/2008, e i citati esponenti di vertice del gruppo Liotta – Mazzone responsabili del triplice omicidio avvenuto nel luglio 2006.
Alfio Neri era stato colpito da 6 colpi di pistola calibro 7,65 e calibro 38 nella tarda mattinata del 15/08/2008 mentre, essendo alla guida del suo scooter, in via Cattaneo ad Adrano, tentava di sfuggire ai sicari.
Le circostanze dell’agguato indicavano che l’omicidio fosse ascrivibile a contrasti insorti tra le organizzazioni mafiose operanti nel comprensorio adranita.
In particolare, le indagini accertarono, sin dal principio, come il movente dell’omicidio fosse da ricondurre ad una ritorsione attuata dal clan Santangelo – “taccuni” contro il gruppo di Francesco Coco, esponente di spicco dell’associazione mafiosa denominata clan Scalisi, articolazione adranita del clan mafioso catanese Laudani, al quale la vittima Alfio Neri era strettamente legato pur non essendo affiliato a quest’ultimo sodalizio mafioso.
Altresì, dalle attività d’indagine emersero forti contrasti tra il clan Santangelo – “taccuni” ed il clan Scalisi, in cui Francesco Coco ricopriva all’epoca un ruolo centrale, maturati nell’ambito della riscossione delle estorsioni in pregiudizio di imprenditori e commercianti del locale mercato ortofrutticolo.
Ai risultati delle investigazioni riguardo ai due omicidi, effettuate nell’immediatezza, si aggiungevano le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia adraniti, tra cui Giovanni La Rosa, Vincenzo, Valerio e Francesco Rosano, sia in sede di interrogatorio che durante apposite audizioni svoltesi in sede di incidente probatorio.
Oltre a confermare il movente di entrambi gli omicidi, i risultati delle indagini facevano emergere, allo stato degli atti con riguardo alla fase processuale che non ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio innanzi al Giudice, gravi indizi di colpevolezza a carico di Gianni Santangelo, Antonino Bulla quali esecutori materiali dell’omicidio di Francesco Rosano e a carico di Gianni Santangelo, Antonino Bulla, Salvatore Crimi e Alessio Saperi quali esecutori materiali dell’omicidio di Alfio Neri.
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