BOLOGNA – «Durante le crisi politiche ed economiche, solo l’arte può salvare un popolo», scriveva nella sua Storia della Letteratura Italiana il letterato Mario Sansone, riferendosi al periodo dell’Italia di Dante Alighieri e, in seguito, all’Italia Rinascimentale. Egli prendeva in esame due dimensioni politiche di un’Italia ancora divisa da guerre intestine e da crisi sociali, e notò come, nei periodi critici di una nazione, è proprio l’arte ad essere privilegiata, probabilmente perché gli artisti, rifugiandosi nel mondo della letteratura, della scultura, della pittura, sono in grado di vivere altri mondi, altre storie e altre vite, nel momento in cui quella presente non li soddisfa. Ecco perché, in questo periodo, sono quanto mai essenziali per le giovani e le mature generazioni, quei generi artistici che permettano loro di esprimere il proprio sé nascosto e creatore di cose belle: dalla fotografia al teatro, dal canto alla musica, dalla danza allo yoga e al pilates (che oramai, radicate nella cultura occidentale, sono diventate forme di espressione e libertà corporea e spirituale).
Di questo si occupa il Laboratorio 41, un’associazione culturale con sede in via Castiglione 41, che approfitta degli estremi scorci artistici bolognesi, dei suoi portici, delle sue chiese, delle sue Porte, per organizzare corsi di fotografia con esposizione finale. Il 19 Giugno si è tenuta una di queste mostre organizzata dai soci del Laboratorio che ha visto non solo la rassegna delle fotografie degli studenti di Andrea Buccella (maestro della fotografia e della ritrattistica), ma anche improvvisazioni teatrali dovute alla maestria di Daniele Bergonzi (insegnante dei laboratori teatrali) e Andrea Giovannucci (esperto insegnante di scrittura creativa). «Dopo più di 10 anni di costante e intensa attività in questa splendida città che è Bologna, vogliamo dare la possibilità di immaginare e condividere un orizzonte culturale diverso e più luminoso» dice Daniele Bergonzi, che, come direttore di teatro, si occupa della formazione degli allievi sulla scena teatrale con personalizzate tecniche di azione/reazione, di relazioni sulla scena, di allenamento dei sentimenti, come una vera e propria palestra dell’animo (il nostro Ginnasio liceale deriva d’altronde dal verbo greco che indica l’allenare, l’esercitare, il praticare esercizi).
Quando i quotidiani non fanno che inneggiare alle problematiche economiche, politiche e sociali tra le Nazioni e tra i popoli, associazioni come il Laboratorio 41 suggeriscono come l’arte possa riportare a quel clima culturale di solidarietà, di empatia e di condivisione che nella vita di ogni giorno, spesso e purtroppo, viene dimenticato nel buio delle coscienze collettive.
Luca Occhilupo
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