CATANIA – La notizia di ripulire il lungomare catanese affidandosi al solo intervento volontario di alcuni cittadini ha fatto il giro della città ed è stata bene accolta ad ogni livello. Infatti, non è stata solo la popolazione ad approvare l’idea: anche la stampa locale si è pronunciata positivamente riguardo all’iniziativa, coordinata dal biologo etneo Vincenzo Torrisi, che da anni è un frequentatore delle scogliere catanesi. Così, l’evento è approdato per tempo su Facebook, nel cui apposito gruppo pubblico si legge: «Tutti conosciamo in che situazione versa la nostra scogliera, piena di carte, bottiglie di ogni genere, sigarette, cartoni per pizza, lenze e qualsiasi altro oggetto… Domenica vorrei invitarvi ad un semplicissimo gesto: raccogliere la spazzatura che è stata abbandonata da “noi” stessi catanesi sugli scogli. […] Inoltre, cercheremo per quello che possiamo di fare una raccolta differenziata, ho visto che lungo la strada ci sono i cassonetti della carta-cartone, plastica e indifferenziata dovremmo vedere per l’alluminio e vetro. […] Grazie a chi ci sarà. Per chi non verrà, aiutaci lo stesso lasciando la città di Catania pulita, grazie mille»- La data dell’evento è stata ufficialmente stabilita per il 21 settembre 2014 presso piazza Europa e piazza Nettuno, e ha riscosso un buon numero di volenterosi partecipanti, come si evince dalle foto pubblicate nel già citato gruppo di Facebook.
Nonostante il rilievo di tale encomiabile operato – segno che alcuni catanesi non sono totalmente passivi di fronte al degrado che in gran parte ha invaso la città già da tempo –, Voci di Città si è recata sul posto il 26 settembre scorso per verificare quanti cittadini abbiano rispettato l’opera di pulizia e sgombro di rifiuti da poco effettuata. La situazione è stata alquanto deludente, al punto che, se non si fosse saputo di Ripuliamo il lungomare, probabilmente non si sarebbe sospettato un qualsiasi intervento nell’area interessata. Bottiglie di birra rotte ovunque e delle migliori marche, pacchi di sigarette e di gomme vuoti, piatti e forchette di plastica lasciati lì forse dopo la consumazione di un dessert, asciugamani vecchi e logori, addirittura mobiletti o tavoli in plastica di scarsa qualità, tovaglioli e cartacce: ecco cosa la faceva da padrone in tutta la zona, come se niente fosse cambiato dopo domenica 21 settembre.
Nel frattempo nel gruppo di Facebook le iniziative proseguono. Un membro della comunità ha recentemente fatto notare che «dovremmo individuare nuove aree alle quali dedicarci, studiare strategie per poter rendere più incisiva e duratura la nostra pulizia. […] Continuare la nostra opera di pulizia/sensibilizzazione, come voi tutti mi avete richiesto creando una vera atmosfera travolgente che cerchi di coinvolgere più cittadini e amanti del lungomare, numerosi sono gli abitanti del lungomare, per esempio, che ci sostengono nella nostra idea di Bellezza, non siamo soli».
È vero, probabilmente in questi eventi la popolazione non è sola, poiché ha e avrà l’appoggio della migliore élite civica, quella che fonda la propria nobiltà non su una determinata posizione sociale o malavitosa, quanto sugli sforzi investiti nel tentativo di rendere sempre più dignitosa l’immagine del luogo in cui vive. Sfortunatamente, però, si tratta di una élite a quanto pare ristretta e che è lasciata sola da chi non condivide tale idea di cooperazione dal basso, nonché – cosa ancor più grave – dall’amministrazione pubblica. Di questo passo, dunque, potrebbero essere limitate le possibilità che Ripuliamo il lungomare ottenga dei risultati significativi, nonostante la fatica, l’impegno e la buona volontà che muove e muoverà un numero sempre maggiore di aderenti, come ci si auspica.
A cambiare realmente il volto di Catania dovrebbe essere un team più attrezzato, coordinato da membri qualificati e rispondenti direttamente alle autorità comunali, che invece nelle scorse settimane sono rimaste indicativamente in silenzio davanti all’accaduto. Altrimenti, la mentalità diffusa non si evolverà nella direzione di una più grande e spontanea nettezza urbana e ripulire il lungomare o qualsiasi altro quartiere del catanese darebbe i propri frutti solo nelle ore immediatamente successive all’avvenimento, lasciando poi che i meno educati abbiano carta bianca a sufficienza per insozzare da capo il luogo.
Eva Luna Mascolino (articolo e photogallery)
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