CATANIA – «In una società che sappia dirsi civile, un evento così terribile come la morte merita considerazione e silenzio». Si è espresso così l’esponente del PD Enzo Bianco a proposito del decesso di Umberto Scapagnini, il quale è morto d’infarto presso la clinica San Pietro di Roma attorno al mezzogiorno del 2 aprile scorso, all’età di 71 anni. Napoletano di nascita e medico personale di Silvio Berlusconi, nonché Sindaco di Catania per otto anni (dal 2000 al 2008), Scapagnini aveva avuto un ictus a meno di due settimane dal decesso, sintomo del fatto che il tumore che pensava di aver curato si fosse ripresentato. La malattia, in effetti, si è aggravata irrimediabilmente nel giro di poco tempo e non gli ha lasciato scampo.
L’attuale Presidente della Camera, Laura Boldini, ha commemorato l’ex parlamentare e farmacologo in Aula lo stesso giorno in cui si è appresa la notizia e anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è associato «con sincera partecipazione al cordoglio per la scomparsa di Umberto Scapagnini, nel particolare ricordo del comune impegno nel Parlamento europeo.» Ai due politici si è unito un coro di numerose voci, fra le quali ricordiamo quella dei conterranei Raffaele Stancanelli, attuale Sindaco di Catania, Nello Musumeci e Giuseppe Castiglione, assieme quella di numerosi membri del PDL, partito del quale lo stesso Scapagnini faceva parte.
Oltre alle parole accorate di colleghi come Angelino Alfano, Renato Brunetta, Fabrizio Cicchitto, Beatrice Lorenzin e Alessandro Pagano, che lo descrivono come un eccellente professionista nei campi di sua competenza e come un uomo dalle indiscusse virtù, comunque, emerge senza pudore anche il punto di vista di chi non tace sulle pecche di Umberto Scapagnini nel ruolo di primo cittadino catanese. Nel corso della propria magistratura, infatti, Scapagnini non solo ha provocato alcuni guai giudiziari alla città, ma è stato anche responsabile di un buco di bilancio all’erario comunale che non è stato ancora risanato del tutto e che, complessivamente, ammonta a circa 140 milioni di euro. Prendere parte al nascente dibattito in merito solo per sfogare un malcontento ormai generalizzato ed irreversibile nei confronti di una certa politica locale, pertanto, non ha alcuna conseguenza costruttiva, così come non ne hanno le parole cariche di sentimentalismo del Cavaliere: basterebbe limitarsi ad un cordoglio sincero e silenzioso rivolto al civis privatus ed un vigile spirito critico rivolto, contemporaneamente, al civis publicus, considerato che determinate problematiche non sono più attribuibili solo a chi le ha innescate, bensì anche a chi vi sta ovviando con un successo ancora incerto.
Proprio per questo motivo, la città è ad oggi spaccata in due fra coloro che ritengono il proprio ex Sindaco una persona appassionata, integerrima e zelante e coloro che, invece, si indignano, sostenendo che la morte di costui sia solo un pretesto colto al volo per esaltarne la dubbia condotta e per seppellirne i malfatti. A metà strada si colloca la riflessione del sopracitato Enzo Bianco, grazie al quale risulta più facile rammentarsi che l’offesa alla memoria di un morto è da considerarsi scorretta tanto quanto un’esaltazione ideologica immorale. «Bisogna dunque farsi rispettosamente da parte e consegnare Scapagnini alla storia cittadina, che avrà tutto il tempo per giudicarlo», ha concluso ben a ragione Enzo Bianco al riguardo.
Eva Luna Mascolino
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