Oggi vi condurremo all’interno del meraviglioso complesso che una volta fu il Convento di San Francesco d’Assisi, sito nel centro della città.
Furono i Frati Minori a fondare il loro convento, accanto alla preesistente chiesetta di San Bartolomeo nel lontanissimo 1224, quando ancora il loro fondatore –il Poverello d’Assisi– era ancora in vita.
Il fondatore sarebbe stato il Beato Angelo da Rieti, e si racconta che in questo convento dimorò per alcuni giorni Sant’Antonio da Padova, di ritorno da un viaggio in Africa.
Intorno al 1343 i Frati Minori Conventuali, forse per ristrettezza si trasferirono altrove lasciando il posto ai Frati Minori Osservanti che vi dimoreranno fino al 1866. Il convento fu ampliato nel 1443 dal Beato Matteo De Gimarra, Vescovo di Agrigento dal 1442 al 1445. La consacrazione episcopale avvenne nella Basilica saccense il 30 giugno del 1443: fu un altissimo onore per la città, in quanto tali cerimonie si svolgevano esclusivamente a Roma.
Fino al 1888, il convento conservò la nuova struttura col chiostro quadrato e le colonne portanti gli archi a sesto acuto. Maggiori mutazioni le subì quando nel 1888 fu adattato a caserma dell’esercito.
La fondazione della chiesa, rimanda l’opera al Beato Matteo (1442/3), che volendo ingrandire il convento trasformò la preesistente chiesetta di San Bartolomeo, costruita nel 1200 dalla famiglia Luna. La nuova chiesa, consacrata il 2 ottobre del 1527 fu dedicata a San Francesco d’Assisi.
Uno stile semplice, ascetico, senza alcun elemento decorativo: l’interno si presenta a una sola navata con otto cappelle; sulla volta vi erano dipinti gli stemmi di molte famiglie nobili della città. All’interno vi si conserva il sarcofago dello giurista saccense Francesco Bicchetti, giudice della Gran Corte di Palermo, vissuto nel ‘500. Fra il 1674 e il 1678 venne restaurata, venne abbassato il pavimento e rifatta la volta: in essa trovarono sepoltura nobili famiglie.
La chiesa comunicava direttamente con le cappelle delle attigue chiesette di San Giorgio e di Maria SS. del Soccorso: quest’ultima offriva sepoltura alle persone non nobili, i cui cadaveri disseccati, vestiti con l’abito francescano, venivano deposti in apposite nicchie. Di fronte alla chiesa, dove attualmente sorge la Villa Comunale, c’era un vasto cimitero cinto da mura.
Il portale della chiesa presenta degli archi ogivali a rincasso: le colonnine e l’elegante cornice sono testimonianza dello stile tardo gotico.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale l’edificio cadde in totale abbandono e alcune sue parti ebbero nuova destinazione. Attualmente l’intero complesso è stato recuperato interamente e dopo un attento restauro costituisce una sala polivalente che ospita convegni, mostre e concerti.
Molto bello è all’interno il chiostro a pianta quadrata tardo-gotico su cui si aprono le due sale-convegno, quella maggiore dell’Auditorium e quella minore intitolata al frate francescano De Pace; al primo piano erano le celle dei religiosi, oggi trasformate in sale per mostre.
Un complesso meraviglioso, che riporta indietro nel tempo.
Anche per oggi il nostro viaggio virtuale finisce qui. Vi aspettiamo alla prossima meraviglia.
Letizia Bilella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.