Anche detta Conca dei gradini, è la patria della sfogliatella. Uno dei borghi più belli d’Italia che guarda il mare dall’alto per raggiungerlo attraverso le molte, caratteristiche “scalinatelle”. Sede della grotta dello Smeraldo, gioiello della “Divina” Costiera Amalfitana.
Conca dei Marini, in antichità detta “Cossa dei Tirreni” deve il suo nome alla conformazione della costa Tirrenica che la accoglie, una baia abitata da sempre da Marinai di stirpe Etrusca. Conquistata dai Romani nel 481 a.C., Conca prospera nel settore marittimo e navale per molto tempo, tanto che nel IX secolo, grazie al fiorente commercio Marittimo nel Mediterraneo e alla validità dei suoi marinai, diventa uno dei porti di maggiore importanza per la Repubblica Marinara di Amalfi.
Nel 1275 è feudo degli Angioini, nel 1441 diventa di dominio degli Aragonesi e i suoi Marinai cominciano a esplorare rotte lontane quali Costantinopoli e Smirne portando, al loro ritorno, innovazioni, leggende e merci che rendono più ricco il borgo. La prosperità e la pace cessano nel 1543 quando i Turchi conquistano Conca devastando le abitazioni e profanando la Chiesa di San Pancrazio, che dall’alto domina sul mare. Nel 1997 l’Unesco la dichiara Patrimonio dell’Umanità per la sua incommensurabile bellezza.
Conca dei Marini oggi è un piccolo paese di 742 abitanti, a soli 4 km da Amalfi, un gioiello, che, sorgendo a 400 metri sul livello del mare, si caratterizza per le sue Scalinatelle che dal centro portano al mare. Le abitazioni sono bianche per proteggersi dal calore dei raggi solari, ma tutte godono, dalle finestrelle, della vista panoramica a strapiombo sul mare azzurrissimo. Un proverbio locale recita, infatti, così: “In ogni finestra il sole, da ogni finestra il mare”. Le bouganville, i limoneti, le piante dei rossi e appuntiti pomodorini del piennolo e gli ulivi scendono anch’essi verso il mare organizzati su terrazzamenti e sul promontorio a mare, detto Capo di Conca.
Isolata dal resto sorge la Torre Bianca o “del silenzio” di epoca Cinquecentesca a forma quadrata, atta a proteggere la cittadina costiera. Dal mare si noterà uno splendido edificio, con affianco una la chiesa di Santa Maria del Grado, che si aggrappa alla parete rocciosa. Oggi è ristrutturata e trasformata in un hotel, mentre un tempo era sede del convento delle suore domenicane di clausura di Santa Rosa. Proprio sul finire del 1800, dalle mani di una suora, da un avanzo di pasta riempito con farina, zucchero, crema pasticcera, frutta candita e guarnito con amarene, ebbe i natali la Sfogliatella dolce celebre in tutto il mondo e di incomparabile bontà.
Il tesoro più prezioso di Conca si trova a mare in una cavità carsica invasa parzialmente dal mare. Scoperta nel 1932 da un pescatore, Luigi Buonocore, che per la sua scoperta fu insignito di un’onorificenza che indossò, come testimoniano i parenti, per tutta la vita. La grotta prima sorgeva sopra il livello del mare- Poi, a causa del bradisismo l’acqua ha invaso la cavità e scavando ha creato stalattiti e stalagmiti e colonne possenti di decine di metri di altezza di roccia bianca calcarea.
La luce che filtra da un foro esterno sotterraneo rivela il colore smeraldo dell’acqua a cui la grotta deve il nome: uno spettacolo stupefacente per gli occhi! Nel 1956 è stato posto sul fondale della grotta dello smeraldo un presepe in ceramica e ogni anno i sub durante le feste di Natale recano ghirlande di fiori al bambinello Gesù. La Grotta dello Smeraldo è visitabile a pagamento.
A Conca ha luogo il Carnevale delle Janare (da janua latino per porta, che indica riti di protezione dal malocchio), ovvero, in dialetto, le “Streghe”. Una festa pagana del 1700 in cui rivivono le vicende delle fattucchiere che la leggenda narra si riunissero nel campo degli ulivi dinanzi alla chiesa di San Pancrazio sulla punta Vreca o sulla spiaggia della marina per danzare contro il malocchio e augurare un salvo ritorno agli uomini in mare. Oggi, durante il martedì, grasso è possibile rivivere questa atmosfera magica!
Infine, per i golosi, soltanto nel periodo estivo (da giugno a settembre) i conchesi preparano un piatto dal gusto e dal sapore di mare che le vostre papille gustative non dimenticheranno: è l’ortica di mare pescata a poco più di un metro di profondità e preparata come una frittella, una vera prelibatezza. Per gli amanti del dolce, invece, non può mancare l’assaggio in periodo invernale, specialmente sotto le feste di Natale, dei “Passolini” cofanetti di uva passa aromatizzata avvolta in foglie di limone e chiusa con fili di giunco: sarà come mordere la Costiera Amalfitana in tutti i suoi aromi e profumi.
Gilda Angrisani
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