Già da un anno a questa parte è entrato in vigore lo spesometro, un apparecchio la cui funzione è quella di registrare quotidianamente tutte le spese effettuate dai contribuenti. Uno dei problemi dell’Italia è quello dell’evasione del fisco cioè dell’elusione del pagamento dell’IVA: lo spesometro nasce appositamente per evitare che i cittadini possano dichiarare determinate entrate non corrispondenti a realtà, con una conseguente ingiustificata diminuzione delle tasse.
Solo nel 2014, grazie allo spesometro, sono state segnalate oltre 400mila operazioni sospette. Per sfuggire alle gravi sanzioni stabilite per chi dichiara il falso, è importante conservare ogni transazione effettuata, sia in contanti che tramite POS o carte prepagate. Tuttavia, non solo i cittadini devono custodire le ricevute delle spese sostenute, ma anche operatori finanziari quali negozi, rivenditori d’auto, gioiellerie, e così via: questi, una volta eseguita la spesa da parte del contribuente, devono registrarne l’identità e memorizzare l’operazione. L’elenco di tali pagamenti viene spedito annualmente all’anagrafe tributaria. Il meccanismo migliore per non incorrere in problemi ben più gravi consiste nell’avere sempre delle valide giustificazioni che possano motivare spese superiori ai 3.600€. Nel caso si ricevano somme in regalo o in prestito, è importantissimo che vengano fatte circolare mediante conti correnti, chiedendo a chi conferisce le relative somme di esplicare chiaramente anche la causa della donazione.
Lo spesometro 2015 ha tre scadenze da non sottovalutare assolutamente, valide per i possessori di IVA: il 10 aprile, il 20 aprile e il 30 aprile. Le prime due date, ormai andate, riguardavano rispettivamente i contribuenti che liquidano l’IVA mensilmente e i contribuenti che la saldano trimestralmente. L’ultima data del mese è stata disposta per i venditori che dovranno dichiarare acquisti superiori ai 3.600€ eseguiti con POS o carte prepagate. Dal 1 gennaio 2015, molti di costoro hanno preferito la trasmissione telematica delle fatture emesse e sostenute e dell’ammontare di equivalenti non soggetti a fatturazione. Ogni negoziante può inviare le informazioni in forma analitica, vale a dire fattura per fattura, o in forma associata, accumulando tutti gli estremi del singolo cliente.
L’obbligo della notificazione vale per tutti i pubblici esercenti, tranne che per l’Amministrazione pubblica, a cui è stato prorogato a tutto il 2015 il dovere di comunicare gli importi. Sul sito dell’Agenzia delle entrate è stato implementato il software gratuito per i contribuenti, in cui compilare il modello relativo ai dati delle azioni ai fini dell’IVA. Per chi non dichiara gli introiti sono previste sanzioni che variano da 258,23€ a un massimo di 2065,83€. Non si prospetta nulla di buono all’orizzonte per chi evade il fisco, ma la crisi a volte quasi impone di dichiarare il falso per poter almeno sbarcare il lunario.
Anastasia Gambera
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