Oggi il nostro viaggio a Sciacca ci porta alla scoperta di uno dei palazzi che “arredano” il salotto buono della città: Palazzo Arone di Bertolino.
Costruito a metà dell’800 in stile neoclassico, fu progettato dall’architetto saccense Salvatore Gravanti per volontà del Barone di Bertolino, discendente dell’antica famiglia Arone. Il suo stemma rappresentava un braccio con una verga in mano intenta a fendere un monte da cui scaturiva un ruscello. La famiglia si divise in tre rami: Arone di Valentino, Arone di Bertolino e Arone di Bonfiglio. Il palazzo appartenne al Barone di Bertolino che, con la rivoluzione del 1848 e la caduta del regime borbonico, fu eletto al Parlamento del nuovo Regno d’Italia.
Nella facciata spicca un enorme balcone centrale, con tre balconi laterali di forma rettangolare, sormontati da una fascia decorata a palmette e rosette e delimitata da due elementi portanti sovrastati da un semplice architrave. Sopra ogni balcone si apre una finestrella cieca di forma rettangolare, delimitata da una semplice cornice con scanalature. La fascia palmata che lo chiude è in alto affiancata da due elementi portanti sorreggenti un timpano di stile greco-romano sul quale poggia lo stemma della famiglia.
Il portone è delimitato da quattro colonne terminanti con un semplice capitello.
Internamente un atrio quadrato con volta a botte e pavimento in ciottoli e lastre di pietra lavica che delimitano il percorso centrale e che formano ai lati dei quadrati. A sinistra dell’atrio una scalinata marmorea con tetto a botte e a crociera, porta ai piani superiori. Sulla destra ci si immette in un ampio cortile con giardino interno.
Un gioiello in una meraviglia di città.
Continuate a seguirci, la nostra “caccia alla meraviglia” continua.
Letizia Bilella
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Letizia, perito commerciale, studia Beni Archivistici e Librari. Insomma, una donna agli antipodi. Ama i libri sia come contenitore, sia per il contenuto. Dal 2010 collabora con un settimanale della sua provincia (AG) e con varie testate giornalistiche della sua zona, occupandosi di cultura, spettacolo e in alcuni casi anche di politica locale. Nel suo comune (Burgio) fa la guida turistica e collabora anche attivamente con l’Amministrazione Comunale nell’organizzazione di eventi. Ama tutto quello che è arte e dunque ama scrivere. Il suo primo romanzo è in correzione presso un editore: incrociamo le dita.