Da qualche giorno a questa parte è stato scelto il sostituto di Lupi al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: Graziano Delrio. Era il primo della lista dei papabili e così è stata rispettata ogni aspettativa. Fedelissimo di Renzi, fin da subito sembra riportare in auge la ventata di ottimismo tipica del premier e, come quest’ultimo, almeno in queste fasi iniziali del suo mandato si reca al ministero in bici.
Ma chi è Graziano Delrio? Laureato in medicina, si è specializzato in endocrinoloia studiando nel Regno Unito e in Israele. Fondatore e presidente dell’associazione Giorgio La Pira, grazie ad essa promuove inziative culturali e si è avvicinato ad alcuni paesi del Medio Oriente. Dal 2004 al 2013 è stato sindaco di Reggio Emilia e tra il 2011 e il 2013 è stato presidente dell’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Già sotto il governo Letta aveva ricoperto l’incarico di ministro delle Autonomie locali e regionali.
E se, da un lato, i principali giornali si soffermano sul mezzo di trasporto ecologico del neo ministro, dall’altro lato si concentrano sulle varie “patate bollenti” ereditate dal mandato di Lupi. Delrio, dal canto proprio, invoca immediatamente trasparenza: appena nominato ha contattato Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, trattando i principali temi che coinvolgono le opere pubbliche, ossia Mose, EXPO e ricostruzione de L’Aquila. D’altronde, le infratrutture sono le principali fonti di corruzione in un Paese il cui cemento è sempre un affare tra mafiosi, politici o delinquenti che siano. «Le opere non sono né grandi né piccole ma utili quando sono utili per la comunità» questa è forse la dichiarazione più simbolica rilasciata da Delrio dopo la nomina. Inoltre, il braccio destro di Renzi sarebbe anche disposto a incontrare e discutere con i sindacati.
Claudio Francesco Nicolosi
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