CHARLESTON (USA) – È stata questa la frase urlata da Dylann Roof, ragazzo di ventun’anni, subito prima di sparare in una delle più importanti chiese della comunità afroamericana, a Charleston (Stati Uniti). La fuga del giovane è durata circa dodici ore; poi, a circa quattrocento kilomentri dal luogo del delitto, è stato catturato in North Carolina. Le dinamiche dell’accaduto ci sono pervenute tramite la testimonianza di una donna presente in chiesa durante la strage e volutamente “risparmiata” dal killer per riportare la notizia ai giornali; la donna ha inoltre raccontato che Roof sia entrato nella Emmanuel African Methodist Episcopal Church durante una lezione sulla Bibbia e pare si sia seduto per circa un ora accanto al pastore Clementa Pinckney, per poi gridare: «State prendendo il sopravvento nel nostro Paese e dovete sparire». Così, con una pistola calibro quarantacinque regalatagli dal padre, Dylann ha consumato la tragedia sparando alla cieca.
La strage ha suscitato e sta ancora suscitando sgomento in tutto il mondo; in particolare, il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è dichiarato «angosciato e con un forte senso di rabbia» a causa della sua amicizia col pastore Clementa Pinckney, nonché senatore del South Carolina, come dichiara il portavoce della Casa Bianca, Eric Schultz. Ma la questione che maggiormente infastidisce Obama è un’altra: trovare delle contromisure per fermare le sempre più numerose stragi con armi da fuoco che si verificano negli Stati Uniti. Il portavoce ha ancora affermato in merito: «Il Presidente ha fatto tutto quello che poteva fare. Il Congresso invece non è stato all’altezza, non è stato capace di affrontare la questione». Così, pare che la Casa Bianca voglia investire di responsabilità il Congresso, forse incapace di evitare che si verifichino simili stragi finché non imporrà delle normative più rigide, che regolino il porto d’armi in maniera più adeguata. Il possesso di armi e la sua regolamentazione sembra, in effetti, stia diventando una problematica sempre più grande negli USA, ed episodi del genere lo confermano in modo quantomai inesorabile. Non a caso, un cittadino americano su tre possiede ha almeno un’arma da fuoco e, in totale, i possessori sono quasi trecento milioni, contro i quattro milioni del Regno Unito. Il governo americano avrà, quindi, nei prossimi mesi l’impellenza doverosa di risolvere nella maniera più efficace possibile una situazione per via della quale proseguono gli spargimenti di sangue, insieme all’odio razziale – il quale, in una società multietnica come quella statunitense, è però ancora in parte radicato fra i molti popoli diversi presenti, sebbene questi ultimi abitino nelle stesse città e condividano gli stessi costumi.
Francesco Laneri
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