È ufficiale: Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Yemen ed Egitto hanno interrotto da ieri ogni tipo di rapporto diplomatico con il Qatar e ai diplomatici qatarioti è stato imposto l’obbligo di lasciare le nazioni ospitanti entro 48 ore dalla rottura. Ma c’è di più: i Paesi in questione hanno chiuso tutte le frontiere aeree e terresti, accusando il Paese che ospiterà i Mondiali di calcio del 2022 ‒ secondo quanto riporta repubblica.it ‒ di fomentare il terrorismo nello Yemen e nei Paesi limitrofi. Inoltre, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein hanno ordinato l’espulsione immediata di tutti i cittadini qatarioti residenti nel loro suolo, a cui sono stati lasciati, in base a quanto l’emittente Al Arabiya, 14 giorni per abbandonare le nazioni in questione. Di conseguenza, gli stessi Paesi hanno ordinato ai loro cittadini residenti in Qatar di rimpatriare immediatamente, sia che si trovino lì di passaggio o in maniera permanente.
Così, Doha sarebbe stata accusata di supportare organizzazioni terroristiche che «vogliono destabilizzare la regione». La nota dell’agenzia di stampa ufficiale dell’Arabia Saudita in merito è chiara: «Il governo del Regno dell’Arabia Saudita, esercitando i suoi diritti sovrani garantiti dal diritto internazionale e proteggendo la sicurezza nazionale dai pericoli del terrorismo e dell’estremismo, ha deciso di interrompere le relazioni diplomatiche e consolari con lo Stato del Qatar». Eppure dietro questa crisi diplomatica vi sarebbe, seppur in maniera in indiretta, anche Donald Trump: il presidente degli Stati Uniti, infatti, è stato di recente a Riad sia per motivi commerciale che per motivi politici. Infatti, non solo è stato firmato un accordo di più di 100 miliardi di dollari per la vendita di armi, ma è stata anche risaldata l’alleanza con l’Arabia Saudita, incrinatasi durante la presidenza Obama per l’apertura con l’Iran (acerrimo rivale dell’Arabia Saudita) per gli accordi nucleari. E visto che l’Iran e il Qatar vanno a braccetto, non resta che fare 2+2. Tuttavia, si è acceso un piccolo campanello d’allarme alla Casa Bianca poiché in Qatar vi è una base fondamentale degli Stati Uniti, la stessa utilizzata per i bombardamenti aerei contro l’ISIS, che potrebbe esser messa a rischio da questa alleanza USA – Arabia Saudita.
Discorso diametralmente opposto, invece, per quanto riguarda l’Egitto, impegnato a combattere la piaga rappresentata dall’organizzazione terroristica Fratelli Musulmani, foraggiata da anni dal Qatar. È doveroso, comunque, fare una precisione: il presidente dell’Egitto non è altro che Abdel Fatah al Sisi, capo di stato ben visto da Washington, che non solo ha deciso di appoggiarlo in questa lotta, ma ha anche scelto di non vedere le sue offese alla libertà di espressione e ai diritti umani in suolo egiziano. La crisi diplomatica, come ci si aspettava, è andata ad interessare anche il fronte militare e sono stati espulsi dalla coalizione che sta intervenendo nello Yemen tutte le truppe qatariote. Isolare il Qatar: questo è l’obbiettivo. Infatti, persino la compagnia aerea Etihad ha annunciato che tutti i voli di andata e ritorno dal Qatar saranno sospesi dalle 2.45 di oggi stesso. Se la crisi continua, potrebbero essere messi a rischio persino i mondiali di calcio del 2022. E a proposito di calcio, proprio alla luce di questa rottura, la squadra di calcio Al Ahli FC si è dichiarata pronta ad abbandonare il suo attuale sponsor, Qatar Airways.
Intanto il Ministro degli Esteri qatariota, in base a quanto riporta Al Jazeera, ha definito tali misure «ingiustificate» dato che si basano «su rivendicazioni e accuse prive di fondamento». A sua detta la decisione di voler porre «sotto tutela lo Stato del Qatar è l’obiettivo evidente della decisione saudita, del Bahrein e degli Emirati Arabi Uniti, presa ‒ riporta repubblica.it ‒ in coordinamento con l’Egitto».
Francesco Raguni
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