553 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti, così Montecitorio ha approvato la legge sul taglio dei parlamentari, che passeranno da 945 a 600
Martedì 8 ottobre la Camera dei Deputati ha approvato la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari. La manovra, caposaldo della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle, prima ma soprattutto dopo il cosiddetto governo giallo-verde con la Lega, è stata approvata con 553 voti a favore (M5S, PD, Italia Viva di Renzi, Leu, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia). Contrari si sono dimostrati +Europa e Noi con l’Italia.
La riforma (il ddl costituzionale n.214-515-805-B), che si presta a modificare la Costituzione, ha superato il vaglio di quattro letture parlamentari – due alla Camera, di cui ieri l’approvazione definitiva, e due al Senato. Secondo quanto si legge nel testo della legge i parlamentari passeranno da 630 a 400, mentre i senatori da 315 a 200. Per quanto riguarda, invece, i seggi dei deputati e senatori eletti all’estero, questi passeranno rispettivamente da 12 a 8 e da 6 a 4.
Il decreto, votato con scrutinio palese, reca la firma dei senatori Calderoli, Quagliarello, Patuanelli, Perilli e Romeo e andrà a modificare gli articoli 56, 57, 59 della Costituzione. A livello economico, secondo le stime del Governo, ci dovrebbe essere un risparmio di circa 50 milioni di euro all’anno.
«Una riforma per il Paese. Una riforma storica» ha esultato il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio su Facebook poco dopo l’esito positivo della votazione in aula. E sempre da Facebook, il segretario del PD Nicola Zingaretti rivendica l’importante azione politica portata avanti dal suo partito durante le trattative per la formazione del nuovo esecutivo «Abbiamo ottenuto, come da noi richiesto, che il taglio degli eletti si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionale che prima non c’erano».
Francesca Santi
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