Leader della Lega, nuovo candidato al Governo, idolo di buona parte degli italiani: in poche parole Matteo Salvini. Iscrittosi alla Lega Nord a soli 17 anni (1990), a 20 viene eletto consigliere comunale di Milano. Nel 2013 la sua carriera politica diviene in improvvisa ascesa in quanto assume la carica di segretario federale del suo partito. Il suo motto, da giovane, era: «prima la Padania libera della mia laurea»; il suo ideale politico verrà fortemente influenzato dalla frequentazione del centro sociale Leoncavallo. Nonostante si definisse “comunista alla vecchia maniera”, divenuto leader del Carroccio, ha stretto alleanza con esponenti internazionali di estrema destra, come Marine Le Pen (leader del Front National francese). È anche europarlamentare.
La chiave di volta del suo successo sta in primis nella malleabilità del suo ideale politico, in secundis nei consensi riscossi grazie ai progetti riformisti che hanno condotto il suo partito tra i tre più gettonati d’Italia, insieme al PD di Matteo Renzi e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Cosa è cambiato? Cosa ha portato a tutto questo? Se da prima la Lega era fortemente estremista su vari fronti tra cui la scissione dall’Italia e la discriminazione verso il Meridione italiano, adesso non è più così. Soprattutto grazie ai social network, Facebook su tutti, si è fatto conoscere, esponendo non solo le sue idee di riforme ma anche stati di carattere non politico (vedi battute sul Milan, domande su come andava la giornata dei suoi followers, ecc.). Mostrando un nuovo volto della Lega si è fatto amare anche da quel Sud da cui prima aveva ricevuto odio. Simbolico il 34,9 % dei voti ottenuto a Maletto (Sicilia) in seguito alle elezioni europee del 2014.
Il suo programma di riforme verte sull’abolizione della legge Fornero riguardante le pensioni, il blocco dell’immigrazione clandestina e la fuoriuscita dall’Euro. Tutti questi obiettivi si sposano perfettamente con il malumore degli italiani: se da un lato c’è Renzi che li vessa costantemente, usando come deus ex machina gli 80€, dall’altro sempre più immigrati clandestini sbarcano nel Sud Italia. Questi, a detta di Salvini, godono di privilegi preclusi agli italiani e sono palesemente supportati dalla sinistra. Il leghista, Caronte di un Italia allo sbando, mette alla luce il tallone d’Achille di un Paese ormai povero e incapace di sostenere così tante entrate e impotente sul fronte Europeo. Basterebbe smistare questi clandestini in diverse zone d’Europa: la clandestinità è un fenomeno ormai diffuso su ampia scala. Tuttavia, il leader del Carroccio, dipinge i migranti quasi come un’erbaccia da estirpare, difatti, sempre a sua detta, eccetto coloro che scappano dalla guerra, dovrebbero tutti quanti essere rispediti in patria invece di essere accolti. Il tutto viene fomentato dal mettere in luce tramite la sua pagina Facebook qualsiasi reato commesso da questi.
Se da un lato, tutte le misure prese da Salvini hanno avuto un grande riscontro positivo, dall’altro non è così. Infatti il populismo del milanese è anche facile obiettivo di diverse critiche. C’è chi lo definisce un politico stupido e disinformato. Ma nella realtà, facendo un’attenta analisi della demagogia del leader della Lega, Salvini è consapevole sia delle verità che delle falsità, che egli stesso asserisce. Il segretario della Lega dunque sa che, se si vuole ottenere qualche consenso in più, bisogna rifilare per oro colato qualsiasi cosa venga detta. Ad esempio, basta pensare alle polemiche sugli hotel riservati agli immigrati. Diversi clandestini non erano favorevoli a consumare maiale o condividere degli spazi con le donne, per via della loro religione, ma Salvini ha colto la palla al balzo per mostrare agli italiani degli immigrati viziati, capaci di rifiutare del cibo gratis e dei comfort degli hotel.
Salvini, spesso atto a scendere in piazza con i suoi estimatori, naturalmente sa cosa prescrive al momento la legge italiana, per quanto riguarda il suo cavallo di battaglia: la lotta all’immigrazione. Ai sensi dell’art. 10 della Costituzione «L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici». Mentre per la prelegge n.16 «Lo straniero è ammesso a godere dei diritti civili attribuiti al cittadino a condizione di reciprocità e salve le disposizioni contenute in leggi speciali. Questa disposizione vale anche per le persone giuridiche straniere».
Certamente Salvini ne è consapevole. La legge, si sa, si evolve nel tempo in base alle esigenze del popolo; è anche vero che la nostra Costituzione è rigida. Ma gli italiani ne sono a conoscienza?
Claudio Francesco Nicolosi, Francesco Raguni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.