L’Italia, di fronte alla sfida della riqualificazione edilizia, si trova in una fase critica. Il recente report di Legambiente mette in evidenza il notevole ritardo del Paese nel rinnovamento del proprio patrimonio edilizio, in particolare alla luce delle direttive europee che mirano a una drastica riduzione delle emissioni nocive.
Riuscire a lavorare a un processo di riqualificazione delle abitazioni non solo potrà essere una soluzione per ridurre il più possibile le emissioni inquinanti, ma potrà anche dare uno slancio all’economia italiana sia per quanto riguarda il settore delle costruzioni sia quello della compravendita di immobili.
La riqualificazione edilizia ovviamente può rappresentare una spinta per il mercato immobiliare, specialmente nelle grandi città (e al riguardo segnaliamo l’approfondimento di gromia.com sui quartieri emergenti di Milano) dove sempre più persone vanno alla ricerca di immobili con degli standard energetici, di sicurezza e sostenibilità che siano adeguati rispetto alle nuove normative.
Il report di Legambiente evidenzia che, nonostante iniziative come il Superbonus, l’Italia ha riqualificato solamente il 3,1% del suo patrimonio abitativo, molto lontano dagli obiettivi europei. Gli edifici nel Paese sono caratterizzati da un alto consumo energetico e un notevole impatto ambientale. La sfida è quindi notevole, considerando che la Direttiva Case Green dell’UE punta a una riduzione del 55% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.
La Direttiva europea impone che tutti gli edifici raggiungano almeno la Classe E energetica entro il 2030, ad eccezione di quelli storici e protetti. Per l’Italia, ciò si traduce nell’esigenza di intervenire su circa 6,1 milioni di edifici residenziali entro il 2031. Guardando al 2050, si stima che sarà necessario riqualificare almeno l’84% del patrimonio edilizio per rispettare gli obiettivi di Classe D.
Legambiente propone una riforma che preveda politiche di efficienza energetica stabili e durature. Tra le misure suggerite, vi sono l’introduzione di un sistema incentivante unico, incentrato sulla riqualificazione complessiva degli edifici e sulla prestazione energetica risultante. Si sottolinea inoltre l’importanza dell’eliminazione delle tecnologie basate su fonti fossili e l’uso di materiali innovativi e sostenibili.
Il Superbonus ha avuto un impatto positivo, con benefici significativi in termini di riduzione delle emissioni di CO2 e risparmio in bolletta. Tuttavia, le recenti decisioni del governo italiano, come la riduzione dell’aliquota e la cancellazione della cessione del credito, hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla continuità e all’efficacia di questa misura.
Infatti, questa è una misura che fin da subito ha creato diverse opinioni contrastanti. Da un lato in molti l’hanno elogiata in quanto adatta a supportare la riqualificazione delle abitazioni, altri invece hanno spesso mostrato disappunto per il metodo con cui era previsto il ripianamento dei costi sostenuti dal proprietario dell’abitazione, diventando un peso sullo Stato, incidendo sul bilancio economico.
Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, evidenzia l’urgente necessità di una politica energetica innovativa e lungimirante nel settore edilizio, che possa essere anche un importante strumento di welfare per imprese e famiglie.
L’Italia ha il potenziale per essere un leader nella riqualificazione edilizia, grazie alla disponibilità di un ampio numero di edifici, alle competenze esistenti e alla volontà delle famiglie di investire in interventi di riqualificazione.
L’Italia si trova di fronte a una sfida imponente ma essenziale per il suo futuro: trasformare il suo patrimonio edilizio in uno più sostenibile e efficiente dal punto di vista energetico.
Il successo in questa impresa non solo permetterà di rispettare gli impegni ambientali a livello europeo, ma contribuirà anche a migliorare la qualità della vita dei cittadini, riducendo le emissioni di gas serra e aumentando il comfort abitativo.
La strada da percorrere è complessa e richiede un impegno concertato tra governo, imprese e cittadini, ma le ricompense di una simile trasformazione sono immense sia per l’ambiente sia per l’economia nazionale.
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