Mentre in Italia impazza l’emergenza sanitaria per il Covid-19, in India va in scena una protesta di proporzioni storiche e mondiali. Nello scorso mese di settembre il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha reso ufficiali alcune riforme riguardanti l‘agricoltura che non consentono ai contadini di vendere i loro prodotti nei mercati all’aperto tipici del sub continente asiatico, detto Mandis, e che obbligano invece a venderli a delle grandi aziende private, con le quali inoltre devono concordare dei prezzi molto bassi per fronteggiare la concorrenza.
Uno degli effetti di queste manovre è l’eliminazione del minimum support price, ovvero il prezzo minimo delle materie prime che viene di volta in volta garantito dal governo. La conseguenza è che le aziende possono così acquistare a prezzi piuttosto bassi e che i contadini non hanno così più nemmeno quell’entrata minima che consente a loro di avere una sopravvivenza. A ciò si aggiunge una crescita notevole di debiti, disoccupazione e quindi anche di povertà. La protesta, al momento pacifica, viene portata avanta dai contadini di una delle regioni più fertili del paese, il Punjab, e di seguito si sono aggiunti anche i contadini di altre regioni, ma anche studenti, lavoratori, bambini e anziani.
Nel mese di dicembre si era giunti a 250 milioni di partecipanti, ma oggi sarebbero circa 650 milioni. C’è da considerare anche che in India il settore agricolo rappresenta la principale fonte di sostentamento per circa il 58 % della popolazione e che lo stesso paese è uno dei maggiori esportatori di prodotti agricoli nel mondo. I debiti, nel periodo tra 2018 e 2019, hanno portato al suicidio oltre 20mila contadini, ma malgrado ciò il governo sembrerebbe aver trattato chi ha protestato come dei delinquenti.
Le forze dell’ordine infatti stanno portando avanti un vero e proprio lavoro di repressione della rivolta in diverse forme, ma non finisce qui. In questi giorni si è assistito anche a un blocco delle forniture di acqua così come per l‘accesso a internet per evitare la diffusione di notizie in tempo reale.
Fonte foto: Pressenza.com
Autore: Ted Eytan
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Giuliano è nato a Catania nel 1989 e sin dai tempi della scuola elementare, guardando soprattutto i telegiornali, sviluppa una forte passione per il giornalismo e soprattutto il desiderio di intraprendere questa strada. Ha una laurea triennale in lettere moderne e sta per conseguire la magistrale in Storia e cultura dei paesi mediterranei al dipartimento di Scienze Politiche di Catania. Tra i tempi del liceo e quelli della triennale ha tentato la carriera di musicista e il suo ingresso nel mondo dell’editoria avviene nel 2016, quando comincia a scirvere per Newsicilia, quotidiano online per il quale si occupa di cronaca cittadina, viabilità in particolare, sindacale, attualità, ambiente e inquinamento, sport e cultura. Tra le sue grandi passioni il calcio, l’enogastronomia, la musica, la storia, la ricerca, i viaggi, lo studio dell’evoluzione dei luoghi, in particolar modo per Catania, e di quella delle infrastrutture in Sicilia. Per ogni cosa, mai arrendersi davanti alle difficoltà, anche quando sembrano insuperabili.