Lo scorso maggio la ODNI (Office of the Director of National Intelligence) ha pubblicato un numero considerevole di documenti recuperati durante il raid sul campo utilizzato per nascondere Osama Bin Laden. La pubblicazione, che ha seguito una rigorosa revisione interdipartimentale, si è allineata con l’appello di Barack Obama riguardo a una maggiore trasparenza, in linea con le prerogative di sicurezza nazionale del 2014 espresse nell’Intelligence Authorization Act.
La release contiene due sezioni: la prima è una lista di materiale non classificato in lingua, la seconda è una selezione di documenti ormai declassificati. La comunità dell’Intelligence statunitense ha riesaminato centinaia dei suddetti e una task force inter-agenzia, sotto l’egida della Casa Bianca e con il consenso del DNI, revisionando tutto il materiale presente, nonché ulteriori documenti trovati attorno al complesso. Tuttavia, permane un problema: i testi declassificati dall’ufficio del direttore della National Intelligence costituiscono solo una parte della cache; il resto è ancora segreto. Un altro problema riguarda la sincronizzazione del rilascio e la scelta di ciò che è stato reso pubblico. Infine, non è chiaro se i libri e gli articoli siano stati selezionati e ricercati da Bin Laden in persona, o se si sia trattato di opere portate da visitatori e luogotenenti.
In ogni caso, la “libreria” di Bin Laden conteneva 19 documenti concernenti la Francia, 33 articoli mediatici, 11 documenti di stampo religioso, 30 manuali tecnici e di software, 35 testi pubblicati da estremisti violenti e gruppi terroristici, 10 documenti usati da altri probabili residenti del campo, 39 libri in lingua inglese, 75 documenti del governo statunitense disponibili al pubblico, 14 documenti dal contenuto misto e 40 studi di gruppi di eminenti intellettuali, oltre a 103 testi non ancora classificati. Alcun tipo di materiale ha stupito particolarmente le autorità, se si considera che il lettore in questione era avvezzo a studiare il proprio nemico, ad informarsi e a mantenere il controllo su una rete sempre più estesa di argomenti e di Paesi occidentali. Ciò che maggiormente sorprende è, piuttosto, la mole dei testi pervenuti e la strategicità con cui erano stati suddivisi e categorizzati, nonché la costanza con la quale si suppone che l’ex leader di Al-Qaida si tenesse documentato. Perfino un organizzatore del suo calibro non ha mai rinunciato al tempo per “una buona lettura”.
Eva Luna Mascolino
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