Sono queste le parole utilizzate da Carles Puigdemont per esprimere la rabbia e il disappunto per le ultime misure adottate dal governo spagnolo nel reprimere le spinte indipendentiste della Catalogna. Dopo il consiglio dei ministri di sabato, Madrid ha optato per il commissariamento, applicando l’articolo 155 della legge fondamentale spagnola. La scelta compiuta da Mariano Rajoy limiterà le forme di autonomia riconosciute alla Catalogna sulla base delle disposizioni costituzionali, permettendo al governo centrale di esercitare un potere di controllo molto più incisivo. La proposta non è ancora stata adottata e dovrà essere votata dal Senato nel corso della prossima settimana. Il Primo ministro Rajoy, sommerso di accuse negli ultimi giorni, ha così giustificato il fondamento delle decisioni delle ultime ore: «Non si vuole sospendere l’autonomia né l’autogoverno della Catalogna, si vogliono destituire le persone che hanno posto questo autogoverno fuori dalla Legge».
Dalla capitale verranno inviati, qualora la proposta dovesse passare, dei commissari che sostituiranno l’amministrazione locale in ambiti quali istruzione, sanità, gestione della finanza pubblica. Il presidente della Generalitat catalana considera le ultime vicende tanto gravi da essere paragonabili all’abolizione del governo della Catalogna, per mano di Francisco Franco. «Le decisioni di Madrid si pongono fuori dallo Stato di diritto» ribadisce Puigdemont. Se il Presidente Rajoy dovesse decidere di mantenere una linea dura verso gli indipendentisti catalani potrebbe sciogliere il parlamento o sospenderne l’efficacia delle sedute. Peraltro, se Puigdemont procedesse con la dichiarazione unilaterale di indipendenza verrebbe accusato di ribellione, un reato che comporta fino ai 30 di reclusione. Rischi troppo elevati, che aprono a scenari di fantapolitica che difficilmente potrebbero verificarsi.
Nella giornata di ieri, inoltre, le strade di Barcellona erano già gremite di manifestanti a causa dell’arresto di due cittadini indipendentisti. Adesso, con ogni probabilità, le manifestazioni potrebbero aver seguito per via degli ultimi sviluppi. Puigdemont, conscio dell’attuale paralisi istituzionale dovuta all’applicazione dell’articolo 155, non può far altro che confidare nella capacità degli indipendentisti catalani di alimentare il disordine pubblico. Nei prossimi giorni l’assemblea catalana si riunirà per valutare il da farsi. Ogni azione da parte del governo della Catalogna potrebbe legittimare l’autorità centrale a sciogliere il Parlament e a convocare elezioni anticipate.
Francesco Laneri
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