Se fino a poc tempo fa l’immigrazione per l’Italia era un’emergenza, adesso sembra essere una vera e propria piaga. Una piaga talmente forte da causare il risveglio di alcuni Stati dell’UE al riguardo. Infatti, il Bel Paese sembra non essere più solo ed è fiancheggiato da nazioni come la Francia, il Regno Unito e la Lituania. Il tutto è finalizzato a sostenere un piano di risoluzione dei flussi migratori che Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione per per gli Affari esteri e la Politica di Sicurezza, ha presentato nella giornata di lunedì al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La soluzione che si vorrebbe attuare consisterebbe in una sorta di operazione Atalanta (iniziata nel 2008 lungo le coste della Somalia contro la pirateria) e, dunque, si tratterebbe di un’operazione militare al largo delle coste libiche, per sequestrare e distruggere le imbarcazioni usati dagli scafisti per trasportare i migranti. Ciò dovrebbe concludersi con il conseguente arresto degli scafisti.
Nonostante ad alcuni Paesi UE questa possa sembrare un’ottima bozza per fronteggiare l’emergenza, i due governi provvisori in Libia, ovvero Tripoli e Tobruk, sostengono che il piano sarebbe fallimentare. Infatti, Tripoli dichiara che gli scafisti non hanno né forze militari né rotte particolari e, quindi, sarebbe davvero difficile prevederne le mosse e bloccarli in tempo. Tobruk, invece, accusa il fatto che una tale operazione non solo incentiverebbe l’immigrazione, ma renderebbe quasi impossibile l’abbattimento delle barche su cui verranno caricati i migranti, visto che è complesso distinguere quali imbarcazioni verranno usate per il flusso migratorio e quali no. Ibrahim Dabbashi, ambasciatore del governo di Tobruk, era presente al Consiglio di Sicurezza e, oltre a denunciare il suo disappunto per la tattica utilizzata dall’UE, ha chiesto un sostegno per le proprie forze militari, affinché si possa combattere dall’interno l’immigrazione illegale dilagante. Tuttavia, tale richiesta difficilmente verrà esaudita, poiché che in un Paese come la Libia, in cui non esiste un governo unitario, aiutare i locali potrebbe solo fomentare maggiormente il conflitto civile del Paese.
Claudio Francesco Nicolosi
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