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Conseguenze del decreto antiterrorismo diventato legge
06 Maggio 2015
Best politikAttualità

Conseguenze del decreto antiterrorismo diventato legge

Home » Best politik » Conseguenze del decreto antiterrorismo diventato legge

Islamic State Foreign FightersA più di due settimane dalla conversione del decreto legge n. 7 del 18 febbraio 2015 in legge n. 43 del 17 aprile 2015, si notano in Italia gli effettivi cambiamenti dovuti all’approvazione della suddetta normativa. La c.d. legge antiterrorismo è, infatti, volta a tutelare il cittadino italiano dal fenomeno del terrorismo stesso e dei Foreign Fighters (cittadini europei che si arruolano tra le file dell’ISIS, ad oggi più di 3000 quelli stimati). Ciò è frutto di un iter di produzione legislativa, i cui primi passi risalgono ad un’iniziativa del ministro Angelino Alfano, vista l’impellente necessità di tutelarsi da un fenomeno in crescita esponenziale. A seguito di un’accurata revisione in Senato, il decreto è da poco diventato legge.

La Gazzetta ufficiale dello Stato riporta, dunque come premessa, della n. 43: «Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza, anche alla luce dei recenti gravissimi episodi verificatisi all’estero, di perfezionare gli strumenti di prevenzione e contrasto del terrorismo, anche attraverso la semplificazione delle modalità di trattamento di dati personali da parte delle Forze di Polizia, nel rispetto dei diritti riconosciuti ai soggetti interessati dalle norme vigenti in materia; Ritenuta in particolare, la straordinaria necessità di adottare misure urgenti, anche di carattere sanzionatorio, al fine di prevenire il reclutamento nelle organizzazioni terroristiche e il compimento di atti terroristici, rafforzando altresì l’attività del Sistema di informazione per la Sicurezza della Repubblica; […] Ritenuta, altresì, la straordinaria necessita’ e urgenza di emanare disposizioni per assicurare la partecipazione del personale delle Forze armate e delle Forze di Polizia alle missioni internazionali, le iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e la partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione; […] emana il seguente decreto legge».

Giustizia AlfanoPertanto, un nuovo illecito è perseguibile penalmente: è prevista, infatti, una reclusione da cinque a otto anni per il cittadino che organizza, finanzia e propaganda viaggi che abbiano come scopo ultimo l’atto terroristico. In più, un provvedimento riguarda nello specifico i Foreign Fighters: tutti i cittadini identificabili in costoro saranno puniti con una reclusione che va da 5 a 8 anni. Come se non bastasse, chi impara a usare autonomamente armi al fine di compiere atti terroristici sarà punito con un numero di anni di carcere che va dai 5 ai 10. E c’è di più: si attuerà un rigoroso controllo dei documenti. Il questore potrà sequestrare temporaneamente il passaporto alle persone sospettate di terrorismo e impedirne l’espatrio, potendo anche sospendere la validità dei suoi documenti. A tutto ciò si aggiunge anche un rigoroso controllo cybernetico.
Ad ogni modo l’entrata in vigore della legge comporterà:

– un’aggravante di pena per i reati di terrorismo; 
– la creazione di una blacklist: la Polizia dovrà registrare ogni sito sospetto di terrorismo; 
– una nuova normativa atta a punire gli usi impropri di esplosivi, in particolare a scopo terroristico; 
– una tutela mirata sull’EXPO: più di 600 unità antiterrorismo; 
– un controllo sul Mediterraneo: fino al 30 settembre 2015 si autorizza a tali fini la spesa di 40,5 milioni di euro;
– l’arresto per scafisti clandestini e trafficanti di migranti; 
– una norma sui permessi di soggiorno: l‘articolo 6 estende la possibilità di rilasciare a stranieri permessi di soggiorno a scopi investigativi.

Le conseguenze si percepiscono già: se, da un lato, il mercato delle armi e degli esplosivi inizia a subire un calo grazie a un controllo più mirato, dall’altro fa aumentare l’attenzione sugli spostamenti delle persone. Il turismo potrebbe essere leso da quest’ultima conseguenza a vantaggio di una sicurezza statale maggiore. Internet non sarà più un posto sicuro per lo Stato Islamico: infatti, se prima Anonymous ha inferto loro un duro colpo, adesso la Polizia Postale e le Forze dell’Ordine daranno il proprio contributo in materia e vigerà un oscurantismo positivo su siti a tema un tempo facilmente accessibili. La propaganda è, appunto, già in riduzione e il manifesto del Califfato è ormai irreperibile.

Francesco Raguni

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