ROMA – Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha rassegnato lo scorso giovedì 8 ottobre le sue dimissioni tramite un videomessaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, che si apriva con la seguente dichiarazione: «Mi dimetto. Dal lavoro fatto in questi anni passa il futuro di Roma. Una città che abbiamo liberato dal malaffare e dalla corruzione». Poche parole dal retrogusto amaro, che evidenziano brevemente quanto le dimissioni del sindaco fossero indesiderate e quanto mai forzate. Non serve un occhio particolarmente attento per comprendere quanto negli ultimi messi l’ex chirurgo Marino fosse ormai diventato bersaglio dell’opinione pubblica e pressoché di tutte le forze politiche. Basti pensare a tutti gli scandali mediatici provocati dalle costose cene del sindaco, fino ad arrivare al colpo di grazia infertogli da Papa Francesco, il quale ha dichiarato di non aver invitato Marino durante la sua visita negli Stati Uniti. Pertanto un po’ di sfortuna e molta ingenuità sono stati i moventi che hanno permesso alle opposizioni, ma soprattutto agli esponenti del Partito Democratico romano, di portare Marino al crollo costringendolo alle dimissioni.
Per la Capitale sono stati sicuramente mesi turbolenti, dagli scandali di Mafia Capitale fino ad arrivare alla tragicomica questione del funerale dei Casamonica; le accuse che, pertanto, gli avversari rivolgono al chirurgo sono di non aver saputo gestire queste situazioni, dimostrando incompetenza e mancanza di polso. Eppure le dimissioni di Marino non sono causate da fattori prettamente politici, ma, come già sottolineato, dai continui ritratti giornalistici di un uomo apparentemente incapace di “combinarne una giusta”. Nonostante l’evidente accanimento nei suoi confronti però, Marino pare avere numerosi sostenitori che negli ultimi giorni si sono mobilitati per esprimere solidarietà al sindaco ed esortarlo a revocare le dimissioni; infatti, molti cittadini romani hanno raccolto in pochi giorni 35mila firme per una petizione finalizzata a farlo restare al Campidoglio. Proprio nella suddetta piazza centinaia di manifestanti si sono riuniti per un sit-in pro-sindaco. Marino, tornato al Palazzo Senatorio per celebrare le nozze di un amico consigliere, ha ringraziato sulla sua pagina Facebook la moltitudine di sostenitori.
Di conseguenza, si potrebbe tranquillamente affermare che il caso Marino abbia diviso la Nazione in due: tra chi festeggia e si prepara alle prossime elezioni amministrative (basti pensare ai sostenitori grillini e ai membri di Fratelli d’Italia e CasaPound) e chi rimpiange il dimissionario primo cittadino ed accusa l’amministrazione, costituita da PD e SEL, di aver commesso un grosso errore. Ma al di là della vicenda politica, che lascerà discutere sicuramente ancora per qualche mese, un evento del genere si è trasformato in pura polemica da dibattito da salotto.
Francesco Laneri
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