VIETNAM – È scontro tra il governo di Hanoi e le organizzazioni religiose e di culto a causa della legge sulla libertà religiosa da approvare in Parlamento nel 2016. «La nuova legge è un passo indietro!» così sostengono i leader religiosi vietnamiti, ma secondo l’esecutivo «la norma sancisce il diritto alla libertà religiosa e alla pratica del culto il quale è diritto di ogni essere umano, anche se non rientra all’interno dei diritti dei cittadini».
A tal riguardo, il report di un forum di organizzazioni indipendenti, redatto nel 2014 ed inviato all’Agenzia Fides (Agenzia di Stampa del Vaticano) per richiamare l’attenzione delle Nazioni Unite, in realtà ha descritto il Vietnam come uno dei paesi più deboli in materia di rispetto dei diritti umani e civili. Nel report si legge che, in Vietnam, atti di repressione plateali e illegali contro i difensori dei diritti umani avvengono ripetutamente e ciò dimostra chiaramente come nel paese asiatico i vietnamiti non hanno ancora trovato uno spazio di libertà.
Recentemente, inoltre, un blogger cattolico vietnamita è stato condannato a cinque anni di reclusione perché accusato di «aver violato gli interessi dello Stato». Il blog Ba Sam pubblicava saggi e articoli critici nei confronti del governo ed otteneva numerose visualizzazioni. Considerato che il Vietnam è membro del Consiglio ONU, è pertanto doveroso che si intervenga affinché anche esso rispetti le regole fondamentali di tutela e rispetto dei diritti umani.
Ester Sbona
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