«Nonostante il fatto che fraternizzare con una donna gentile non ebrea rappresenti un fatto grave, ciò è invece permesso in tempi di guerra», così si è espresso il neo-nominato rabbino capo dell’Esercito Israeliano, il colonnello Eyal Karim, nel giorno della propria investitura quale guida spirituale dei soldati ebrei. Si tratta di dichiarazioni rese note da tutta la stampa israeliana e che hanno provocato l’imbarazzo dell’esercito stesso il quale ha richiesto la convocazione del rabbino da parte del comandante Toflnski.
Da parte propria l’esercito ha cercato immediatamente di rimediare dichiarando tramite il portavoce che «il colonnello Karim ha fatto quella affermazione solamente nell’ambito di una risposta ad una domanda di tipo interpretativo senza fare alcun riferimento ad alcuna pratica di tipo religioso» e ha altresì aggiunto che «mai lo stesso colonnello ha scritto né pensato che un soldato israeliano possa, in nessuna circostanza, aggredire sessualmente nessuna donna neanche in tempo di guerra».
Nel frattempo che le autorità militari cercano di arrampicarsi sugli specchi, la stampa israeliana continua a incalzare e attacca il rabbino Karim ricordando le affermazioni xenofobe e misogine che hanno da sempre contraddistinto la propria carriera, definendo gli omosessuali «malati e deformi». Intanto dalla politica, su ogni fronte, si chiede all’unanimità la revoca della nomina di Karim come rabbino capo dell’Esercito Israeliano.
Ester Sbona
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