MESSICO – Oggi giorno, in Messico la quotidianità è dettata dalle lotte tra gang che sconvolgono il territorio e che hanno come biglietto da visita l’estrema violenza: usuale, infatti, la pratica della decapitazione. Nei giorni passati, l’arida terra di Iguala, locata nel Paese di Guerrero (per essere precisi, a 200 chilometri a sud di Città del Messico), ha riportato alla luce i resti di 129 corpi seppelliti, ormai in avanzato stato di decomposizione, in più di 60 fosse comuni. A riportare la notizia suddetta, è stata, in primis, l’“Associated Press”, l’ANSA messicana. Nonostante la scarsità di informazioni a riguardo, la notizia sta già diventando virale. Le fosse comuni sono state scoperte in occasione dei lavori per le ricerche dei 43 studenti scomparsi il 26 settembre 2014, di cui non si è più saputo nulla. Gli studenti – che stavano partecipando a una manifestazione locale -, sarebbero stati rapiti. La Polizia messicana ha già ipotizzato una prima ricostruzione: i poveri malcapitati sarebbero stati uccisi per un semplice errore di identificazione, in quanto una gang li avrebbe scambiati per membri di un clan rivale; a seguito della strage, i loro corpi sarebbero stati bruciati e gettati nelle fosse comuni. Le famiglie però non ci stanno: gli elementi a sostegno di questa tesi sono davvero pochi, poiché, dato che i 3/4 dei cadaveri sono stati identificati, il restante quarto è praticamente irriconoscibile. A parlarne per primo in Italia è stato il giornalista Roberto Saviano.
Il narcotraffico ha avuto negli ultimi anni impatti paurosi sulle nazioni dell’America Latina e di quella centrale, Messico in primo luogo, ivi non è tanto il Governo a regnare, bensì il cartello della droga, e l’opposizione non è altro che la moltitudine delle altre bande rivali. Se la Polizia mette un infiltrato nel giro della criminalità organizzata, quest’ultima ne mette tre nelle Forze Dell’Ordine. L’informazione è totalmente strumentalizzata e se ne era già parlato QUI. I loro marchi sono i sequestri con conseguente richiesta di riscatto; diffusa, oltre la decapitazione, anche la pratica dello sgozzamento. Davanti a tutto ciò, regna sovrano il silenzio dell’ONU, totalmente inerme davanti a una tale violazione dei diritti umani.
Francesco Raguni
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