Ritornano a respirare le casse dei partiti: i finanziamenti pubblici riprenderanno a essere erogati, senza i corretti controlli, grazie a una manovra della deputata PD Teresa Piccione. Ripercorriamo la vicenda.
Due anni fa, il governo Letta aveva previsto una progressiva diminuzione dei finanziamenti pubblici ai partiti, con l’abolizione di essi nel 2017 e la creazione della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici che ha il compito di verificare che i bilanci dei gruppi parlamentari siano in regola per il versamento del denaro pubblico. La commissione avrebbe dovuto terminare i lavori entro il 30 giugno scorso, ma il compito non è stato adempiuto per mancanza di personale. Gianni Melilla, segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera e deputato di SEL, è stato incaricato di verificare le condizioni legali per l’erogazione dei finanziamenti: probabilmente, l’esito della verifica sarà negativo.
Partiti e movimenti politici, dopo i tagli degli ultimi dieci anni, hanno “bisogno” di ritornare ai vecchi fasti, naturalmente a scapito del contribuente: entra quindi in gioco la Piccione con l’emendamento alla proposta di legge del democratico Boccadutri, attualmente in esame alla Commissione Affari costituzionali della Camera; il suddetto emendamento, con una modifica legislativa evita controlli su rendiconti e scontrini permettendo di incassare i contributi per il mese di luglio. Inverosimile e quasi scaturente ilarità è la mancanza di personale e di mezzi di un organo che dovrebbe occuparsi di tagliare sempre più i costi dei dispendiosi politici; di routine, invece, il fatto che discorsi sulla volontà di fare del bene al cittadino celino in realtà la volontà di fare del bene alle proprie tasche.
Viviana Giuffrida
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