La questione relativa alla Corea del Nord diventa, di giorno in giorno, sempre più complessa. Nell’ultimo periodo la situazione è peggiorata ulteriormente. Infatti, come riportato da l’Espresso, l’intelligence americana è giunta alla conclusione che il regime di Pyongyang ha compiuto un ulteriore passo in avanti nella pianificazione strategica. La Corea del Nord è andata avanti per anni a fare test atomici esibendosi di fronte alle grandi potenze con l’obiettivo principale di ottenere aiuti economici, minacciando di sviluppare un arsenale nucleare proprio. All’improvviso, è cambiato tutto. Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un ha cambiato totalmente strategia: d’ora in poi la Corea del Nord inizierà a prepararsi per una guerra atomica. I primi obiettivi saranno la Corea del Sud, il Giappone e tutte le basi americane in Asia. Dopodiché, in una prospettiva di quattro-otto anni, l’intenzione dei nordcoreani è quello di arrivare alla West Coast degli Stati Uniti. Il Pentagono teme che la Corea del Nord possa dotarsi degli Icbm, missili balistici intercontinentali, capaci di radere al suolo San Francisco e Los Angeles.
Il 6 marzo scorso, il regime di Pyongyang ha mandato un messaggio chiaro e diretto alla Corea del Sud e agli alleati americani. Mentre erano in corso manovre congiunte sudcoreano-statunitensi (denominate Foal Eagle), con cui i due alleati simulavano un attacco alle infrastrutture missilistiche e nucleari nordcoreane, la Corea del Nord ha dato il via al lancio di quattro missili Scud, modello in grado di trasportare delle testate nucleari miniaturizzate fino al Mare del Giappone. Tali missili sono atterrati poco distanti dalla base giapponese di Iwakuni, dove si trovano gli F-35 a stelle e strisce. Vista la situazione di crescente pericolo, a Washington stanno prendendo sempre più sul serio la questione. Lo scenario di una possibile guerra atomica sulle due Coree è molto più di una semplice diceria. Nell’ideale di Kim Jong-un, la bomba atomica potrebbe essere impiegata sia come mezzo di prevenzione sia come provocazione nei confronti della Corea del Sud e del Giappone. Dal canto suo, il dittatore nordcoreano vorrebbe farsi riconoscere come potenza nucleare dagli Stati Uniti, convinto che rinunciare all’arsenale atomico potrebbe portarlo a fare la fine di Saddam Hussein e Mu’ammar Gheddafi.
Questa posizione della Corea del Nord, porta anche altre potenze a prendere precauzioni. Se da una parte gli Stati Uniti stanno meditando un attacco preventivo contro le basi nordcoreane per anticipare le mosse di Pyongyang e per decapitare il regime negandogli la possibilità di un secondo colpo, dall’altra il Giappone (che secondo alcuni già dispone di un arsenale atomico) è pronto a muoversi verso una propria bomba atomica, che potrebbe essere pronta nel giro di settimane potendo disporre della tecnologia e del materiale fissile necessario. Anche la Corea del Sud sta riflettendo in merito, fidandosi ma non troppo dell’alleato americano.
Era il 1953 quando a Panmunjeom, villaggio sul confine tra le due Coree, venne firmato l’armistizio che pose fine alla Guerra di Corea. Sono passati quasi 65 anni e in tutto questo tempo l’equilibrio, per quanto estremamente precario, ha sempre retto, nonostante non ci fosse nessun accordo di pace. Si può dire che questo equilibrio, da una parte, ha retto anche per volontà e convenienza delle grandi potenze mondiali:
La questione nordcoreana sta piano piano peggiorando anche i rapporti tra Cina e Stati Uniti. Difatti, il presidente americano Donald Trump è convinto che il governo cinese non stia facendo il massimo possibile per tenere a bada gli “alleati”. Da parte sua, il presidente Xi Jinping ha già provato più volte a calmare gli animi in quel di Pyongyang ottenendo, però, risultati piuttosto modesti. Comunque va sottolineato che la Cina non ha intenzione di affondare il colpo con la Corea del Nord, principalmente per il motivo precedentemente citato, ovvero il rischio di trovarsi le truppe americane sul confine con la Corea.
La situazione è molto critica. A questo va aggiunto il caos politico nella Corea del Sud, che ha portato alle dimissioni della presidente Park Geun-hye, accusata per corruzione. Per ora tutto sembra solo un ipotetico scenario catastrofico, però basterebbe poco per farlo diventare una tragica realtà. Perché se Trump decidesse di anticipare le mosse di Kim Jong-un sfoderando un pre-emptive strike con la bomba atomica, oppure il dittatore nordcoreano decidesse di giocarsi il tutto per tutto sentendosi con l’acqua alla gola, si accenderebbe una guerra atomica che potrebbe vedere anche l’ingresso di Cina e Russia. E non si dica che non se ne sapeva nulla, perché se è vero che le guerre scoppiamo all’improvviso, questa guerra sarebbe tutt’altro che inaspettata.
Marco Razzini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.