Dopo il referendum costituzionale di dicembre, che ha decretato una netta bocciatura della riforma che lo avrebbe abolito, il tanto discusso CNEL è tornato nel dimenticatoio dell’opinione pubblica, come era prevedibile. Tuttavia, abbandonati i festeggiamenti iniziali, presso la sede di Villa Lubin si è discusso per rivitalizzare la funzione e gli aspetti organizzativi di tale ente pubblico, dando il via ad una “autoriforma”. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il presidente Delio Napoleone e il suo vice Gian Paolo Gualaccini avrebbero preparato una bozza di riforma del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, da presentare a breve alle due Camere della Repubblica.
La bocciatura popolare della riforma portata avanti strenuamente da Matteo Renzi implica, in primis, la revisione della legge di Stabilità del 2015, che prevedeva il congelamento delle indennità e dei rimborsi dei consiglieri, a causa di quella che sembrava un’abolizione ormai imminente del suddetto organo. Si parla di indennità di circa 25 mila euro annui per ogni consigliere, 42 mila euro per i vice presidenti e più di 200 mila per il presidente. Spese, insomma, non indifferenti. Nessuna delle forze politiche pare al momento intenzionata ad attribuire rilevanza al CNEL, nonostante il voto popolare; tuttavia, l’ancora attuale esistenza dell’ente impone delle spese necessarie per le retribuzioni di lavoro dipendente. Nella riforma proposta da Napoleone e Gualaccini, per arginare i costi messi in luce durante la campagna referendaria dei mesi scorsi, il numero dei consiglieri verrà tagliato da 65 a 40, ma i vice presidenti passeranno da 2 a 4; inoltre, verranno rafforzate le sue funzioni consultive, attribuendo al Consiglio l’obbligo di pronunciarsi con un parere non vincolante su ogni provvedimento legislativo in ambito economico e sociale.
I provvedimenti appena elencati potrebbero segnare un punto di rottura con la fase di prolungata inerzia dei lavoratori del CNEl, ai quali non è momentaneamente affidato nessun compito specifico da eseguire. L’unica certezza presente a Villa Lubin riguarda esclusivamente la stessa sopravvivenza del CNEL, che ha portato i dipendenti ad esultare all’indomani del voto referendario. La nuova forma e le nuove mansioni del redivivo Consiglio saranno più chiare quando le istituzioni si esprimeranno sull’autoriforma presentata da Delio Napoleone. Non è chiaro, in conclusione, quando si avranno di nuovo notizie dello sconosciuto ente pubblico.
Francesco Laneri
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