Prendere la metro può essere motivo di ansia? Lo è per chi vive o viaggia a Milano, dove i borseggi sui trasporti stanno prendendo il sopravvento. Basta un attimo di distrazione per ritrovarsi la mano di una delle borseggiatrici, ormai star del web, nella propria borsa. Del carcere nemmeno l’ombra; d’altronde “è il loro lavoro”!
«Si ruba!» urla divertita e senza vergogna la borseggiatrice nel video che ha fatto il giro del web. Sul volto un sorriso beffardo che non lascia alcun dubbio: rubare, per lei e le sue colleghe, non solo è normalità, ma persino un motivo di vanto. E quando l’autore del video minaccia di chiamare la Polizia, la situazione non cambia affatto: le borseggiatrici di Milano non temono le forze dell’ordine, e non per pura spavalderia. Come sottolineato dalla donna più volte nel video, “loro già sanno” che rubano, ed è proprio questo a permettergli di farlo con assoluta tranquillità, tanto da considerarlo un vero e proprio lavoro. A confermarlo il silenzio dei militari, impassibili (o impotenti) di fronte a questa scena di ordinaria follia.
Le borseggiatrici operano alla luce del sole, senza remore. Non sono note solo alle forze dell’ordine, ma a tutto il popolo del web. I loro volti sono ovunque: dalle pagine segnaletiche di Instagram, create dagli stessi cittadini per autotutelarsi da questa situazione, ormai invivibile, ai per te di Tik Tok, dove i loro folli discorsi sono diventati un trend.
La situazione a Milano non è affatto una novità, come testimoniano gli innumerevoli servizi di Striscia la Notizia e Le Iene. Nonostante l’enorme risonanza mediatica, il problema, piuttosto che risolversi, sembra farsi sempre più grave. Ecco perché i cittadini, lasciati in balia di sé stessi, hanno provato ad autotutelarsi. È proprio con questo obiettivo che è nata, nel 2022, la pagina Instagram @Milanobelladadioborseggi, che ha guadagnato in poco tempo oltre 50mila sostenitori. La pagina ha una funzione prevalentemente informativa, rendendo pubbliche le foto segnaletiche delle borseggiatrici e i video dei loro furti più violenti. Ma non è tutto: gli amministratori sono riusciti a creare una vera e propria squadra antiborseggi, attiva quotidianamente nelle fermate della metropolitana di Milano per mettere in guardia i passanti e soccorrerli in caso di furto.
La risonanza mediatica del video non è stata del tutto vana. Il volto della borseggiatrice in questione è diventato così virale da essere noto a tutti, persino a chi non vive a Milano. È proprio così che l’influencer Chaimaa Cherbal, durante una corsa in metro, si è resa conto di essere seduta accanto alla famosa borseggiatrice, che ha deciso di immortalare con un filmato (anche questo rapidamente diventato virale). Poche ore dopo, di ritorno a casa, ha raccontato l’incontro tramite un secondo video, ora eliminato dalla piattaforma di Tik Tok in seguito a delle segnalazioni.
La ragazza racconta di essersi sentita estremamente a disagio, ma di aver deciso ugualmente di parlare con la donna per capirne le motivazioni. Ma anche in questo caso, l’atteggiamento non è affatto cambiato: «Trovare lavoro? No, non ho i documenti… e quindi è più facile rubare!». E quando la ragazza replica con la stessa sottile ironia, chiedendole se preferisse rubarle la borsa o il telefono, la ladra risponde ridendo «Tutti e due!»
Una situazione che ha dell’assurdo, tanto da strappare un sorriso. Ma è un sorriso amaro, proprio come quello di Chaimaa, che ricorda il trattamento che le è stato riservato dalle forze dell’ordine per aver dimenticato i documenti a casa (con evidente riferimento alle sue origini marocchine, nonostante la ragazza sia a tutti gli effetti cittadina italiana). Le stesse forze dell’ordine che non si curano di chi non solo va in giro senza documenti, ma ci va con il deliberato intento di rubare. Paradossale, no?
Perché, nonostante la situazione sia ormai invivibile, le borseggiatrici continuano indisturbate il loro “lavoro”? E di chi è la colpa? Delle forze dell’ordine? Dello Stato?
In linea generale, la legge parla chiaro. Secondo l’articolo 642bis del codice penale, gli “scippi” vanno puniti con pene che vanno dai 4 ai 10 anni di reclusione, in base alle circostanze. Ci sono però delle eccezioni. Non è un caso che le borseggiatrici abbiano quasi sempre il pancione in bella vista: secondo l’articolo 146 del codice penale “Rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena”«l’esecuzione di una pena, che non sia pecuniaria, è differita (c.p. /48; c.p.p. 684): 1) se deve aver luogo nei confronti di donna incinta; 2) se deve aver luogo nei confronti di madre di infante di età inferiore ad anni uno». Ed ecco spiegato come, sfruttando la loro dolce attesa, le ladre riescono a sfuggire al carcere.
Se poi restringiamo il campo alla città di Milano, la situazione si fa ancora più favorevole per le borseggiatrici. Nel 2016 è stata resa pubblica una circolare della Procura, determinante nella gestione dei borseggi. «In caso di donna incinta o di madre infante gli operanti dovranno sospendere l’esecuzione (della carcerazione) […] il condannato verrà lasciato in stato di libertà in attesa che il magistrato valuti il da farsi». In altre parole, un ulteriore via libera alle borseggiatrici, che hanno potuto continuare ancora più serenamente a colonizzare i trasporti pubblici milanesi. Qualche anno dopo, grazie a una petizione, questa circolare è stata sostituita da una nuova, datata giugno 2022, che smentisce la precedente e ammette il differimento “secco” (ex articolo 146) o la detenzione domiciliare.
Eppure, siamo nel 2023 e la situazione non è affatto migliorata. Tuttavia, c’è chi ancora non si perde d’animo. I gestori dell’account Milano Bella Da Dio hanno da poco riaperto la petizione su change.org, con un’obiettivo di 15mila firme (che sta per essere raggiunto), stavolta chiedendo un cambio di legge. Sarà la volta buona?
Immagine: screen “Striscia la Notizia”
Alice Maria Reale
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.