Nel 698 d.C., il monaco irlandese Adamnano di Iona scrisse in De locis sanctis che la casa di Gesù di Nazareth, dove «il Signore trascorse la sua infanzia», era situato vicino a due tombe e sotto una chiesa. Secondo l’antica testimonianza del VII secolo, la casa di Cristo si trovava per la precisione sotto un tempio, di fronte alla chiesa dell’Annunciazione.
La strada è stata identificata durante alcuni scavi archeologici iniziati nel 2006 e capeggiati da Ken Dark, professore presso la University of Reading. In realtà, nel sito non è stata rinvenuta traccia di alcuna chiesa, bensì di un monastero. Quest’ultimo, però, pare sia stato eretto proprio su una chiesa ancora esistente nel periodo in cui Adamnano ha redatto la propria cronaca. Così, l’équipe di archeologi ha proseguito i lavori di scavo attorno a tale punto. Recentemente, la spedizione ha rinvenuto un’antica abitazione scavata nella roccia, data attorno al I secolo d.C. A testimonianza della sua origine sacra, Ken Dark ha fatto notare che tanto i bizantini quanto i crociati eressero una chiesa nei pressi del luogo, per poi costruire due tombe – una delle quali attribuita in epoca bizantina a Giuseppe, padre di Gesù. Nella capanna sono stati rinvenuti utensili di cucina risalenti al I secolo d.C. e due tombe, esattamente come descritto dall’abate dell’isola di Iona.
Stando ai ritrovamenti, la capanna doveva essere abitata da un nucleo familiare umile, il cui pater familias aveva nome Giuseppe e la moglie Maria. È proprio qui, quindi, che la ricostruzione vorrebbe sia nato e sia stato poi allevato Gesù di Nazareth. C’è, tuttavia, chi si ritiene ancora scettico rispetto alla teoria e chi ipotizza che troppi pochi oggetti abbiano fatto pervenire ad una conclusione forse ottimistica, ma non ancora del tutto certa. In ogni caso, gli scavi e le supposizioni procedono, così come i tentativi di vederci chiaro.
Eva Luna Mascolino
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