La scuola, è il luogo in cui milioni di persone al mondo passano circa 15 anni di vita al suo interno. Spesso si ritiene un luogo sicuro e dove migliorare sé stessi. Ma tantissime sono le lamentele nei confronti della sua organizzazione, e numerose sono le proposte, soprattutto effettuate dagli studenti, di effettuare riforme per cambiare il sistema. Tra queste vi sono l’introduzione dell’educazione sessuale e un cambiamento più flessibile verso il dress code.
Di recente, è stato condotto un sondaggio da parte di un noto sito utilizzato da studenti. Scuola.net, ha chiesto a 3.500 studenti se fossero favorevoli all’introduzione dell’educazione sessuale nelle ore curriculari, e il 90% di loro (9 su 10) la ritiene fondamentale per il loro percorso di crescita. Le fasce comprese sono 11-14 e 15-24 anni. I ragazzi, accusano di avere poche informazioni al riguardo perché, spesso, il tema risulta un taboo anche all’interno della famiglia. La maggior parte delle conoscenze attualmente sono prelevate dal web, che spesso dà una visione distorta della sessualità.
I temi cardine sarebbero l’anatomia, i contraccettivi, la riproduzione e anche i cambiamenti che avvengono nel corpo umano durante l’adolescenza. Si ritiene fondamentale affrontare argomenti come orientamento sessuale e identità di genere, l’aborto. Ma cosa più importante, il rispetto del consenso fra le persone coinvolte nell’atto.
Ci si chiede, allora, quando sia il momento adeguato per iniziare a parlarne. Molte persone sostengono che sia bene introdurre l’argomento sin dalle elementari, per preparare al meglio i ragazzi e farli diventare consapevoli. Però, altre sono contrarie poiché andrebbe a intaccare la loro “innocenza” o avere degli effetti negativi. La maggioranza, ritiene più idoneo il trattamento dei temi a partire dalla scuola secondaria di primo grado, periodo in cui i ragazzi iniziano ad approcciarsi effettivamente a questo mondo.
Altro argomento spesso finito nella bufera, è il dress code che si deve adottare a scuola. Opinioni contrastanti vi sono al riguardo. Il problema principale, è la garanzia di poter far sentire gli studenti uguali e la libera espressione di sé stessi.
Una delle proposte, è quella di introdurre una divisa uguale per tutti. Questo probabilmente garantirebbe agli alunni il sentimento di sentirsi uguali, senza alcuna differenza che possa portare a ricevere discriminazioni per il vestiario indossati. L’opinione opposta, però, pensa che in questo modo si andrebbe a precludere la libertà di esprimersi anche attraverso ciò che si indossa, visto che spesso gli abiti rispecchiano la propria personalità. Non sono di certo poche le discussioni accese avute tra studenti e docenti, perché i primi vengono accusati di non indossare abiti consoni al contesto. Dibattiti, spesso sfociati in conversazioni accese tali da arrivare a rivolgersi in modo irrispettoso verso i ragazzi.
Si continuerà allora a discutere sul non permettere ai giovani di poter indossare gonne e svariati accessori all’interno delle aule, o è arrivato il momento di cambiare le regole? Cosa succederà in futuro?
Sara Sapuppo
Fonti dati e immagini: la Repubblica, unamaiaperamica.it(immagine),gaypost.it (immagine di copertina)
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Nata a Catania nel 2000, Sara sin da bambina ha sempre voluto lasciare il segno in questo mondo, e non appena entrata nella sua adolescenza ha capito che il modo migliore per farlo era la comunicazione. Infatti, dopo essersi diplomata nel settore turistico, si scrive e frequenta sino ad ora la facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione presso l’Università di Catania.
Tra le sue passioni spiccano quelle per la musica e quella di interessarsi di ciò che accade attorno a lei quotidianamente, battendosi per la difesa di quelli che sono i diritti ( ma anche doveri eh!) umani. Per questo, cerca da qualche anno a questa parte di poter interagire con gli altri attraverso blog e i social.